Dal negazionismo pandemico al negazionismo climatico

Dietro il festival delle buone intenzioni si nasconde la fiera delle falsità

I bugiardi del clima smerciano briciole ecologiche

Gabriel Garcia Marquez, in alcune pagine memorabili di “Cent’anni di solitudine”, racconta l’ascesa di una città e della sua repentina e drammatica caduta per lo sfruttamento sconsiderato dei suoi beni. Fu tra i primi pensieri ecologici della narrativa moderna.

Uno dei parametri per misurare la sostenibilità tra lo sviluppo economico e la difesa dell’ambiente, riguarda la percentuale di emissioni di anidride carbonica. Ebbene, gran parte delle aziende sembrano intenzionate a raggiungere entro il 2050 il valore zero.

C’è però un grosso “ma”: tra la realtà e le dichiarazioni di intenti, si inseriscono la negazione e l’occultamento dei dati sul cambiamento climatico. Le imprese petrolifere furono le prime a possedere le inconfutabili prove sugli effetti del processo di riscaldamento terrestre dovute all’uso dei carburanti fossili. Furono anche le prime a nascondere i risultati per vanificare le spinte delle politiche ambientali. I dollari navigano sul petrolio e si moltiplicano con i consumi.

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Quindi sapere e poi negare fa parte della commedia. I bugiardi del clima smerciano briciole ecologiche per continuare nel business.

Gli ambientalisti invocano la “caduta degli dei” dalle loro torri petrolifere. Ma la sostenibilità è ancora tutta da conquistare.

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