TOR LUPARA – Protesta per la pallonata durante la partita in piazza e si becca un pugno in faccia

Marco Tichetti ha perso i sendi ed è finito all’ospedale. "Gli ho solo chiesto di fare un po' più piano"

Da giorni i residenti lamentano schiamazzi e aggressività di un gruppo di ragazzi che la sera monopolizza l’uso di piazza Padre Pio a Tor Lupara. Lo scorso 18 maggio un faccia a faccia con un residente è sfociato in un’aggressione che poteva finire veramente male. Infatti la vittima è ancora convalescente a causa di un ictus che lo aveva colpito lo scorso novembre. Dopo aver incassato un pugno in faccia è caduto in terra sbattendo violentemente la testa e si è salvato soprattutto grazie ai soccorsi. Sul caso indagano i carabinieri della Stazione di Mentana che sono intervenuti sul posto e che stanno cercando di ricostruire la vicenda.

 

Al momento ci sono versioni contrastanti tra quella dell’aggredito Marco Tichetti e i ragazzi ascoltati subito dopo i fatti. L’età media sarebbe tra i quindici e i diciassette anni. Probabilmente c’è stato un faccia a faccia molto ravvicinato con uno di loro prima del pugno. Per capirlo meglio si cercano testimoni o immagini dalle telecamere che danno sulla piazza, per capire almeno come sia iniziata l’aggressione. Quel che è certo è che da quando le temperature sono diventate più miti e il Covid ha un po’ allentato la presa, la piazza principale della città è stata devastata da un manipolo di ragazzi. Uno a uno sono stati staccati i pannelli del nuovissimo muro che la divide dalla sede comunale, oltre ovviamente a diventare un elemento di disturbo per i passanti. Ovviamente non è detto che siano gli stessi che erano lì lo scorso 18 maggio, ma intanto il problema della sicurezza e della quiete pubblica sta diventando sempre più sentito tra i residenti. Già nei mesi scorsi era arrivata un’ordinanza del sindaco Piero Presutti per limitare l’accesso negli spazi limitrofi alla sede comunale di via Machiavelli dopo i numerosi atti di vandalismo. Il problema, insomma, si è solo spostato di qualche metro.

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IL RACCONTO DELLA VITTIMA: “GLI HO SOLO CHIESTO DI STARE ATTENTI”

Marco Tichetti ha 48 anni e ha sempre vissuto a Tor Lupara. Professione muratore, gli ultimi anni si era arrangiato con un furgone per fare consegne. A novembre del 2020, però, è arrivato un ictus a stravolgergli la vita. Ha dovuto lasciare la sua casa in mezzo al bosco alla fine di via Torre dei Tucci dove abita prendendosi cura di alcuni animali, per tornare dalla madre all’inizio di via Primo Maggio. Dopo una lunga convalescenza ora sta provando a riprendersi, ma l’episodio dello scorso 18 maggio lo ha costretto nuovamente a cure mediche.
Marco cos’è successo?
Come faccio spesso, ero andato in piazza per fare due passi, fumare una sigaretta. Poi prima del coprifuoco torno a casa. Quella sera erano circa le dieci di sera e stavo seduto sui gradini vicino alle bandiere. Stavo mandando dei messaggi con il telefono a una mia amica e c’erano una quindicina di ragazzi che giocavano a calcio in piazza. Ricordo che mi è arrivata una pallonata dietro la nuca e mi sono alzato andando verso di loro al centro della piazza. Non mi avevano fatto male, ma io ho ancora il braccio destro paralizzato per l’ictus e una botta in testa potrebbe farmi parecchio male. Così sono andato a dirgli di stare attenti, anche perché avevo riconosciuto il figlio di un mio amico e volevo parlare con lui.
Invece?
Si è avvicinato un ragazzo che voleva fare il bullo e mi ha risposto subito: “Senno che fai”? Poi mi ha dato un cazzotto in faccia e io sono caduto in terra sbattendo la testa. Dopo di che non ricordo nulla. Mi hanno portato all’ospedale Pertini dove mi hanno messo cinque punti di sutura e sono stato dimesso a mezzogiorno del giorno seguente con una prognosi di dieci giorni.
Adesso come sta?
Male. Soffro di vertigini e perdita di equilibrio.
Ha sporto denuncia?
Ancora no, ma sono andato a informarmi ai Carabinieri della Stazione di Mentana per capire cosa devo fare. Poi sto parlando con un po’ di persone che hanno assistito alla scena, perché alcuni ragazzi stanno dicendo che sono stato io a partire per prima e che avrei minacciato quel ragazzo di dargli una testata. Ma figuriamoci, io se do una testata a qualcuno rischio di morire per come sto messo. Poi dicevano che avevano paura, perché ero ubriaco, ma io parlo così rallentato perché ho avuto l’ictus.
Le sembra una ragazzata o qualcosa di più grave?
Io credo che la maggior parte di quei ragazzi siano bravi, ma un paio mi sembravano dei bulli. Io pure da ragazzo ne ho fatte di sciocchezze, ma posso dire una cosa: avevo sempre rispetto per le persone più grandi di me.

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