Braccio armato dei negazionisti
Trovato il corpo di Jurgen Conings, il soldato belga della destra no vax che minacciava attentati contro le autorità politiche e sanitarie.
L’uomo era un veterano dell’Afghanistan e aveva partecipato a missioni militari in Iraq e in Kosovo. Negli anni si era convertito a idee radicali, xenofobe e razziste. A maggio si era dichiarato un negazionista del coronavirus ma da tempo era nella lista nera e considerato un potenziale terrorista dall’intelligence belga.
Il suo corpo è stato trovato senza vita nel mezzo della foresta al nord delle Fiandre dove si era nascosto dalla primavera scorsa. Dal suo rifugio aveva minacciato di voler compiere attentati contro le autorità politiche e sanitarie del suo Paese, colpevoli – a suo dire – di aver dato credito al “complotto” sul Covid-19.
Quanto alle circostanze della morte di Conings, queste sembrano destinate ad alimentare nuove polemiche: “Chiunque lo conosceva sa che non si sarebbe mai ucciso”, hanno detto i familiari che non credono all’ipotesi del suicidio sostenuta dalla procura federale belga.
Nei giorni scorsi il Paese si era infiammato sulla figura e sulle tesi sostenute dal militare. Parte dell’opinione pubblica ha abbracciato le teorie “cospirazionistiche” dell’uomo, ma sono stati molti i belgi che si sono chiesti per quale motivo Conings fosse rimasto nelle forze armate e abbia potuto utilizzare fucili d’assalto e munizioni nonostante fosse stato riconosciuto pericoloso.