Ebbene sì: l’Italia è stata così secchiona, ha studiato bene, e la Commissione Europea le fa recapitare una ‘pagella’ con tutti 10 (o ‘A’, scegliete voi) per le sue proposte legate al Pnrr, piano nazionale d ripresa e resilienza, l’anticamera del Recovery Fund/Next Generation Eu. Entro luglio (dopo il via libera definitio dell’Ecofin, il Consiglio di economia e finanza della Ue, in programma il 13 luglio) arriveranno 25 miliardi di euro, la prima tranche dei 191,5 miliardi di euro a noi destinati fino al 2026. C’è solo una ‘B’ (diciamo un 9, più o meno) tra i voti di questa particolare pagella, relativo alla voce ‘costi’. Ma certo è un gran risultato, per un paese, il nostro, che molti considerano ‘asino’ a prescindere. La valutazione positiva nasce dal perfetto allineamento italiano con le volontà dell’Unione Europea, con il 37% delle risorse indirizzate alla transizione ecologica e all’efficienza energetica, e il 25% al digitale.
I fondi europei, di cui l’Italia è la prima beneficiaria, tra sovvenzioni e prestiti dovranno essere impiegati entro il 2023 e spesi entro il 2026.
Con le risorse del Next Generation Eu ce la dovremmo fare a uscire dalla crisi: ora, dopo la teoria ‘ben scritta’ nel Pnrr e una pagella ottimale, dovremo dimostrare di saper realizzare anche la pratica, rendendo operativi i progetti strategici per fare uscire dalla debolezza l’economia italiana.