La variante Delta sale al 16,8%

Una mutazione prevedibile ed attesa

Sequenziare, tracciare, vaccinare

La variante Delta del Coronavirus agita lo spettro della ‘zona rossa’ in un’Italia che sta per diventare completamente bianca dal prossimo 28 giugno.

La mutazione preoccupa anche il nostro Paese: è del 40- 60% più trasmissibile rispetto all’Alpha e può essere associata ad un rischio maggiore di ospedalizzazione.

Lunedì l’Istituto superiore di sanità diffonderà alcuni dati per dare un quadro preciso sulla sua diffusione. Intanto, i numeri preliminari forniscono un anticipo: la variante inglese da noi sta circolando con una percentuale del 74,9% sul numero di casi. Ma dai primi sequenziamenti eseguiti a giugno, emerge un aumento della diffusione della variante Delta che passa dal 4,2% di maggio all’attuale 16,8%.

Di allerta ma non di allarme parla Anna Teresa Palamara, direttrice del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità. Dal suo centro escono periodicamente i rapporti mensili sulla circolazione delle mutazioni in Italia.

“La Delta è un avvertimento”, dice, “un segnale per ricordarci che con il Sars-CoV-2 non ci si può distrarre”. Il riferimento è al Regno Unito che, alla luce dell’aumento dei contagi, sta pensando di rivedere il programma delle riaperture.

In ogni caso, le contromisure da prendere sono tre: sequenziare la variante Delta in modo capillare, tracciare i nuovi focolai, vaccinare tutti con due dosi perché una sola non basta ad arrestare la corsa del virus.

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