Afghanistan: aperta la caccia al tesoro

Risorse minerarie che fanno gola al mondo

Giacimenti da favola

Con il ritiro delle forze statunitensi dall’Afghanistan, si riapre la caccia al tesoro del Paese con Cina e Russia in testa.

La regione infatti possiede enormi ricchezze minerarie che fanno impallidire il tradizionale commercio di oppio ed eroina.

Quarant’anni di guerre hanno finora impedito di sfruttare giacimenti di petrolio, ferro, oro e gemme preziose ma anche depositi di rame, litio e metalli hi-tech sempre più ricercati per permettere la transizione energetica.

Come riportato questa mattina da “Il Sole 24 ore”, “l’Afghanistan è l’unico Paese al mondo ad essere stato esplorato palmo a palmo dai cieli, con ricognizioni aeree e tecnologie sofisticatissime, proprio con lo scopo di rintracciare depositi minerari”. Le perlustrazioni, iniziate dai russi negli anni ’80 durante l’occupazione e proseguite dagli americani, hanno rilevato la presenza in territorio afghano di risorse per un valore di almeno mille miliardi di dollari, petrolio e gas esclusi. Un successivo aggiornamento dei dati, nel 2017, ha triplicato la stima: oltre 3mila miliardi di dollari.

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Anche i Buddha di Bamiyan, distrutti proprio dalle forze talebane nel 2001, si trovavano non lontano da un importante sito minerario che racchiude circa 2 milioni di tonnellate di ferro. Nell’area sono state identificate anche risorse di niobio, metallo raro e prezioso per le sue applicazioni nel settore della difesa.

 

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