Magna Grecia nel Canale di Otranto

Rinvenuto in mare alla profondità di 780 metri il carico di una nave corinzia del settimo secolo avanti Cristo

 

Tra Corinto e la Magna Grecia c’era uno scambio molto forte tanto da far supporre che l’Italia meridionale dominata dai greci fosse una realtà precedente a quello che si pensava. Sarà un sottomarino con una pompa aspirante a trarre questo incredibile patrimonio di ricchezza archeologico alla luce del sole. Si tratta di anfore, brocche coppe da vino in ceramica.

Secondo gli archeologi il reperto di maggiore valore per il significato della scoperta consiste nel pithos. Si tratta di una giara in coccio.

Ma la traccia più significativa consiste proprio nella scoperta per cui si evidenziano contatti e commerci già intensi tra la Magna Grecia e la madre patria. La ricerca degli archeologi dovrà concentrarsi anche sui dettagli di questi reperti nella ricerca di individuare nuovi indizi. Al momento sono stati riportati in superficie ventidue degli oltre 220 oggetti geo-referenziati.

Condividi l'articolo:
LEGGI ANCHE  TIVOLI - "Dante e i suoi personaggi", Adalberto Marinucci presenta il libro tradotto in tiburtino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.