Morte Parisi, l’ex tecnico Pochesci: “Aveva sempre il sorriso. Ricordo ancora quel suo gol in rovesciata a Bitonto…”

L’ex allenatore di Guidonia, Carpi e Ternana ricorda Cristian Parisi, suo ex calciatore: “Amava la vita e aveva sempre la battuta pronta. Insieme abbiamo fatto la storia”

Ha lottato fino all’ultimo ma alla fine non ce l’ha fatta. Cristian Parisi, 38 anni, ex calciatore del Guidonia Calcio, non è sopravvissuto al tragico incidente che lo ha visto coinvolto all’alba del 21 ottobre sulla via Ostiense, fra il suo scooter Yamaha T-Max e una Dacia Duster. Dopo diversi giorni nel reparto di Terapia Intensiva del San Camillo, nei quali sembrava potessi esserci qualche speranza, ieri 2 novembre, la tragica notizia. Cristian lascia una moglie e una figlia. A ricordarlo sui social molti dei suoi ex compagni che lo avevano accompagnato nella sua esperienza calcistica. Fra questi anche il suo ex tecnico ai tempi del Guidonia Sandro Pochesci (ultima stagione al Carpi) che a Tiburno ha dichiarato: “Quando ho saputo la notizia mi sono ritornati alla mente tutti i bei ricordi che conservavo di Cristian. In quegli anni a Guidonia abbiamo fatto la storia, penso che sia stato uno dei momenti più esaltanti della storia del club e lui era parte integrante di quel gruppo. Eravamo una squadra giovane e lui era un under. Era quello che ci faceva ridere sempre, era di un simpatia eccezionale”.

Poi prosegue: “Spesso lo facevo entrare nel secondo tempo e nonostante quello faceva quasi sempre gol. Ricordo che ne segnò più di dieci quell’anno. Non partiva titolare, ma dopo una rete segnata veniva da me ogni volta per chiedermi se la domenica dopo sarebbe stato titolare. Una volta gli risposi che avrebbe dovuto farne almeno due per giocare dal primo minuto. Lui era straordinario, e la domenica successiva a Bitonto, dove perdevamo 2-0, entrò a 15 minuti dalla fine e siglò una doppietta. Il secondo gol lo fece in rovesciata sotto l’incrocio. Fu di una bellezza unica tanto che tutto lo stadio si alzò ad applaudirlo. Il suo primo pensiero fu di venire da me e dirmi: ‘Mister, voglio giocare domenica’. Un altro bel ricordo è quello di Trani. Si conquistò un rigore e lo volle battere lui nonostante non fosse il rigorista. Lo sbagliò, me lo volevo mangiare. Nel recupero però, all’ultimo minuto siglò il gol della vittoria. Andò sotto la curva avversaria a festeggiare zittendoli. Non ci fecero uscire dallo stadio fino a tarda notte. Lui era questo. Era divertente, amico di tutti. Organizzava vacanze di gruppo. Era eccezionale, sempre presente dove c’era da scherzare e in campo era un talento. A fine campionato lo vollero in C, a Potenza. Però non si trovò bene e tornò a dicembre. Ci chiamavamo spesso nelle sue avventure successive e ci incontravamo a Roma. È sempre rimasto un bel rapporto fra noi”.

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Infine conclude: “Questa è una di quelle cose che non dovrebbero mai accadere. Era un ragazzo troppo solare, difficilmente l’ho visto arrabbiato. Nemmeno quando non giocava. Sono quelle tragedie difficili da ingoiare. Io anche nella mia vita ho dovuto affrontare delle tragedie così, ma Cristian… non me l’aspettavo proprio. A me sembrava immortale, uno che amava la vita. Col passare degli anni mi è rimasto sempre impresso per il suo sorriso. Noi possiamo solo ricordarlo per quello che era e il suo ricordo non morirà mai. Non si può morire a 38 anni, qualsiasi sia la causa. La vita va vissuta e lui avrebbe voluto e dovuto viverla appieno. La famiglia deve essere fiera di Cristian. So che aveva avuto anche una bambina, ed era felicissimo di questo. Gli andremo a dare l’ultimo saluto. Proverò ad esserci in ogni modo. Era un ragazzo che meritava molto e questa è una cosa che gli dobbiamo tutti”.

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di Valerio De Benedetti

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