Tiburtini d’America

Dall’Antica Tibur, partono famiglie alla ricerca di fortuna anche quando alcune cartiere sono costrette alla chiusura

I numeri degli italiani espatriati negli Stati Uniti d’America sono davvero impressionanti: nel 1920 partono dai porti italiani 614.000 emigranti, metà dei quali si trasferiscono negli Stati Uniti. Le estreme difficoltà economiche dell’Italia del primo dopoguerra creano questo flusso enorme, che si placa con il fascismo  dato che “solo” 1,5 milioni di persone lasciano l’Italia. Anche dall’Antica Tibur partono famiglie alla ricerca di fortuna soprattutto quando alcune cartiere sono costrette alla chiusura, le navi che attraversano l’Oceano Atlantico trasportano dall’altra parte del pianeta molti tiburtini. Alcuni di loro non faranno ritorno a Tivoli, altri riescono a mandare del denaro ai familiari e altri ancora “spariscono” (diversi riusciranno a crearsi una nuova famiglia negli Stati Uniti d’America) generando il fenomeno delle vedove bianche. Il Nuovo Mondo non pare proprio essere l’American Dream e ciò è confermato pure da un documento inerente la Linea Germanica del Mediterraneo fra Napoli e New York. I principali porti italiani sono quello di Genova e quello partenopeo. Sul foglio è scritto che il governo degli Stati Uniti proibisce lo sbarco agli idioti, storpi, monchi, infermi, poveri, inabili al lavoro, condannati, poligami e anche quelli che giungono con un biglietto pagato con denaro altrui.

LEGGI ANCHE  TIVOLI - Nasce il Polo Civico, nuovi spazi espositivi a Palazzo Macera

FGI

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.