Il sogno infranto dei tiburtini

I grandi industriali scommettono su questo nuovo tipo di prodotto e la lavorazione della carta viene anche apprezzata dai potenziali acquirenti, molto interessati al nuovo prodotto

Nel XIX secolo un gruppo di industriali tiburtini spinti da uno spirito intraprendente decidono dedicarsi alla produzione della carta d’amianto, sostenuti anche da danarosi ambienti romani. Il materiale in questione ha una duplice finalità: si conserva per lungo tempo e non prende fuoco. L’idea sembra essere buona a tal punto che verso la fine dell’Ottocento Roma è teatro di una mostra sulla carta tiburtina in amianto. I grandi industriali scommettono su questo nuovo tipo di prodotto e la lavorazione della carta viene anche apprezzata dai potenziali acquirenti, molto interessati al nuovo prodotto. Purtroppo, gli eventi politici bloccano il progetto. Con la nascita di uno stato sovrano, autonomo e indipendente il nostro Paese cambia completamente volto. In ogni modo, questa storia rappresenta certamente un vanto per i tiburtini all’avanguardia in quel secolo caratterizzato da una serie infinita di cambiamenti. Rammentiamo che l’antica Tibur è stata la prima città illuminata con le lampadine, riuscendo anche a mandare l’energia elettrica a Roma.

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FGI

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