GUIDONIA – Regolamento di conti tra romeni, preso il capobranco

La Polizia arresta un 31enne già noto alle forze dell’ordine: insieme ad altri tre ha massacrato a bastonate e coltellate e derubato un connazionale 41enne anche lui pregiudicato.

E’ una vicenda torbida, maturata in un contesto di criminalità straniera e con un movente ancora tutto da chiarire.
Di notte un gruppo organizzato fa irruzione in un casolare occupato, massacra a bastonate e coltellate un connazionale, lo deruba di contanti e gioielli, poi lo minaccia più volte telefonicamente per fargli tenere la bocca chiusa con le forze dell’ordine intimandogli di non denunciare.
Così, giovedì mattina 16 dicembre, gli agenti del Commissariato di Tivoli, al termine di una lunga e meticolosa indagine, hanno rintracciato e arrestato quello che è considerato il promotore della spedizione punitiva avvenuta nella tarda serata del 13 novembre scorso in un casolare occupato lungo la via Tiburtina, a Guidonia Montecelio.
Su disposizione del Giudice per le indagini preliminari, a Rebibbia con le accuse di lesioni personali pluriaggravate, rapina e minacce è finito S. M. B., 31enne di origine romena, già noto agli archivi di polizia giudiziaria.
Ignoti ancora gli altri tre responsabili del pestaggio subìto da un 41enne romeno in un’abitazione di fortuna occupata insieme alla convivente di etnia rom al chilometro 17,400 della Tiburtina, a Setteville, nei pressi della Basilica di Santa sinforosa.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la banda entrò in azione verso le 22 del 13 novembre scorso e stanò la vittima escogitando un piano da manuale del crimine.
Staccata la corrente elettrica, il 41enne – anche lui già noto alle forze dell’ordine – uscì all’esterno e fu sorpreso dal gruppo armato fino ai denti di bastoni e coltelli. Colpi violenti alla testa e sul resto del corpo, fendenti agli arti superiori e inferiori, un vero e proprio massacro culminato con la rapina di circa 500 euro in contanti e di una collana d’oro.
Sul posto intervenne una volante della Polizia e un’ambulanza del 118 che trasportò la vittima in codice rosso all’ospedale Sandro Pertini di Roma dove venne ricoverato con un trauma cranico, trauma toracico, la frattura del braccio sinistro, ferite da arma da taglio alla coscia e al braccio, contusioni ed escoriazioni compatibili con calci e pugni sul resto del corpo. Prognosi di 43 giorni.
Interrogato in ospedale dalla Polizia, il 41enne ha riferito di aver ricevuto durante la degenza telefonate minatorie: “Ritira la denuncia o ti veniamo a cercare”.
Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di individuare in S. M. B. come il promotore della spedizione punitiva, scoprendo che il 31enne romeno fino a poco tempo fa aveva abitato in una tenuta di via San Giovanni in Argentella, a Palombara Sabina, una proprietà privata occupata abusivamente da gruppi di rom, un caso denunciata da Tiburno e successivamente anche dalle testate giornalistiche nazionali.
Quando i poliziotti si sono presentati nella tenuta S. M. B. era già sparito, ma era rimasto comunque a Palombara Sabina. Dopo giorni di appostamenti l’altro ieri mattina gli investigatori lo hanno intercettato in una piazza del paese, ammanettato e condotto in carcere.

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