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Il Pil in Italia in deciso rallentamento

Le stime di Banca d’Italia lo danno al ribasso per il 2022, causa espansione della pandemia, decelerazione dell’economia complessiva e dei consumi. La ripresa è piena di troppi “se”

Il Bollettino economico di Banca d’Italia conferma quello che è già sotto gli occhi: l’economia rallenta, causa impennata dei contagi, rincari, caduta dei consumi, soprattutto negli ultimi quattro mesi del 2021 e in questo primo del 2022, per il quale diminuiscono le stime del Pil, che non sono quelle dello scorso dicembre, +4%, ma 3,8%, seguito da un 2,5% per il 2023 e dell’1,7% per il 2024.

Proprio il rialzo dei contagi, scrivono gli esperti di Banca d’Italia, e il conseguente peggioramento del clima di fiducia, hanno penalizzato soprattutto la spesa per servizi. Inoltre, secondo le intenzioni rilevate nei sondaggi condotti tra novembre e dicembre, le imprese prevedono per quest’anno una decelerazione degli investimenti. Lo scenario disegna riflessi negativi nel breve termine sulla mobilità e sui comportamenti di consumo, anche senza inasprimento delle misure restrittive. Se dalla primavera si attenuassero la diffusione dell’epidemia e i prezzi dell’energia, il Pil potrebbe recuperare, ritornando a metà anno ai livelli pre-Covid. Con la previsione che l’espansione delle attività proseguirà a ritmi robusti, seppure meno intensi rispetto a quelli osservati in seguito alle riaperture nella parte centrale dello scorso 2021, con il numero di occupati in crescita graduale, per poi ritornare a livelli precedenti l’emergenza sanitaria a fine 2022. Ma ci sono troppi “se”.

 

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