… ” EVVIVA IL RE! “

L'Onorevole Sergio Mattarella confermato presidente della repubblica

La notizia della annunciata rielezione di Sergio Mattarella è che, tra i presidenti da Guinnes dei primati, lui è arrivato al secondo posto. Ha infatti superato il Napolitano bis che raccolse 738 voti, ma meglio di lui fece Sandro Pertini con 802, ma dopo sedici riedizioni del voto.

Ebbene Mattarella ha raggiunto 759 voti.

Le notizie che il presidente della repubblica darà di sé saranno invece di diversa china dall’afflato con cui in modo farisaico deputati e senatori l’hanno voluto nuovamente in Quirinale, nonostante avesse detto a più riprese di non voler reiterare questo più alto incarico dello Stato. Sicuramente Mattarella sarà più duro nella sua letteratura parlamentare. Del resto non aveva mancato di usare il machete in precedenti occasioni, quando tagliò il nome della proposta a ministro dell’Economia a Paolo Savona perché di posizioni anti-europeo e quando rifiutando l’impasse parlamentare un anno fa impose Mario Draghi alla presidenza del Consiglio. Ora sarà sicuramente più solenne e non farà sconti ai deputati. Così come non li fece Giorgio Napolitano nel famoso discorso censorio verso tutti, senatori e deputati, riscuotendo un lungo quanto ridicolo applauso.

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Ma lo stesso sarà per Mario Draghi. Negli ultimi mesi lo avevamo visto accondiscedente e forse eccessivamente capace di mediazione sui desiderata dei suoi ministri. Ora anche lui darà la sua guida netta, ferma e sarà suggerita dalla sua cultura tecnica, non dal politicantismo.

Sia Mattarella che Draghi potranno implicitamente dire: “mi avete voluto, queste sono le regole che vi do, impossibile derogare”. E anche gli applausi scroscianti e l’afflato espresso solo a parole vediamo quale direzione prenderà.

Ma questo nuovo precedente implica una revisione totale delle funzioni di questa figura con relativa riforma costituzionale che si accenna complessissima. Infatti, se il sistema non cambiasse, e il nuovo presidente che sarà non fosse confermato, sarebbe per lui un’offesa. Come dire: perché Napolitano e Mattarella sì e io no? Sarebbe difficile da spiegare.

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Questa esperienza e la costatazione dello stato delle cose fa comprendere l’incongruità ai tempi della figura di presidente della repubblica, così come è stata pensata dal dettato costituzionale. Questa figura super partes, obbligato a vestire per forza di cose l’ideale di moralità e laica santità, somiglia più a un re, che a un presidente. E allora come quando si brindava al passaggio di consegne in contesto regio, si dirà: “è morto il re, evviva il re!”

Ma è l’ironia dell’augurio a sconsigliare di pronunciarlo, ancor più dell’inopportuno riferimento a uno stile monarchico oramai riferibile a un tempo che fu.

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