La pensione d’invalidità era sopravvissuta alla titolare per ben 4 anni. Il problema è che l’assegno finiva nelle tasche della figlia che non ne aveva alcun diritto. Per questo venerdì 18 marzo il Tribunale di Tivoli ha condannato la donna per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato a un anno di reclusione e ha disposto la confisca della sua abitazione.
La protagonista della vicenda è una 64enne italiana di origini sudamericane residente a Castelnuovo di Porto, cittadina medievale lungo la via Salaria. La Procura di Tivoli ha accertato che la donna si guardò bene dal comunicare all’Inps il decesso della mamma, avvenuto il 3 luglio 2013, per cui l’Istituto di Previdenza aveva continuato a versare ogni mese la pensione di invalidità e l’assegno sociale.
Un bel gruzzolo al quale la 64enne non ha saputo rinunciare, così tra il primo agosto 2013 e il primo agosto 2017 a continuato a beneficiare dei soldi e, in qualità di co-delegata, ad operare sul conto corrente aperto presso l’Ufficio Postale di Riano.
Per molto tempo la situazione non aveva dato nell’occhio e l’Inps aveva continuato ad elargire i due vitalizi. Soltanto a seguito di un casuale controllo incrociato disposto dopo quattro anni, la 64enne fu smascherata e le venne addebitato un ammanco pari a 53.385 euro e 67 centesimi.
Venerdì scorso il Collegio presieduto da Cristina Mazzuoccolo – a latere i giudici Anna Teresa Garcea e Giovanna Riccardi – ha condiviso la tesi della Procura che ha richiesto una condanna a 18 mesi di reclusione, ridotta a un anno dalla Corte.
I giudici hanno però disposto la confisca della casa di proprietà della donna per un importo pari a 52.526,93: dal 2017 ad oggi è stata in grado di restituire all’Inps appena 800 euro nonostante abbia incassato un “tesoretto”.