PALOMBARA SABINA – La baita su Monte Gennaro passa al demanio civico

Il Tribunale degli Usi Civici accoglie il ricorso di Italia Nostra per le costruzioni in vetta

Annullati tutti gli atti autorizzativi e le concessioni del Comune, il giudice ha assegnato i manufatti costruiti su Monte Gennaro al demanio civico di Paolombara Sabina. Piccola rivoluzione su quello che sarebbe dovuto diventare un centro turistico dell’area sabina.

Con una sentenza di lunedì 17 aprile il Commissario per la liquidazione degli usi civici per le regioni Lazio, Umbria e Toscana ha accolto un ricorso presentato da Italia Nostra contro atti emessi dal comune di Palombara Sabina ed altri enti pubblici relativi ad interventi edilizi della Società Monte Gennaro Srl su terreni comunali gravati da usi civici.

Si tratta in particolare della cosiddetta “Baita di Monte Gennaro”, nei pressi della vetta del monte, per la quale il Comune aveva rilasciato nel 2015 un permesso a costruire, concedendo un “diritto di superficie” per la parte di demanio civico.

La recente sentenza – fa sapere Italia Nostra – annulla tutti gli atti, autorizzazione e concessioni, e trasferisce al Comune di Palombara la proprietà delle opere realizzate, divenute ormai abusive per l’annullamento degli atti.

Oltre alla normativa specifica circa sugli usi civici, il giudice ha ricordato la sentenza della corte costituzionale numero 46 del 1995 che impegna a salvaguardare l’interesse della comunità nazionale per la conservazione dell’ambiente naturale nelle terre civiche soggette a vincolo paesistico, e la legge 168 del 2027 che ha ulteriormente sottolineato la vocazione ambientale delle proprietà collettive.

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Italia Nostra: “C’era anche un vincolo paesaggistico”

Il Monte Gennaro, 1271 metri di altitudine, domina la Campagna Romana da Est e si trova nel Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili, di cui costituisce uno dei maggiori luoghi-simbolo – ricorda Carlo Boldrighini membro del consiglio regionale del Lazio di Italia Nostra – E’ soggetto a vincolo paesaggistico, oltre che alla normativa del piano d’assetto del parco“.

La questione della valorizzazione turistica – ripercorre Italia Nostra in una lunga nota – inizia con la funivia del Monte Gennaro, a gestione privata, che fu attiva dal 1967 al 1982 e a cui erano annesse alcune strutture tra cui un albergo. Dopo il fallimento nel 1982 si è più volte parlato di ripristino, ma già negli anni ottanta, con il diffondersi dello sci invernale, le funivie non erano più una novità, e le prospettive economiche non erano favorevoli.

Un nuovo tipo di valorizzazione, ben più moderno, complesso e intelligente, si aprì con l’istituzione del Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili nel 1989. L’attrattiva turistica del parco è più articolata e culturale: non si tratta solo di una vista ottenuta senza fatica, ma di un complesso fatto di paesaggio, flora, fauna, e inserimenti storici. Purtroppo le amministrazioni responsabili non sono state sempre all’altezza del compito di un›adeguata valorizzazione, e le potenzialità del parco non sono adeguatamente realizzate.

Uno dei casi peggiori è sicuramente la vicenda dei resti delle strutture turistiche degli anni 70, che la Soc. M. Gennaro Srl, con l’aiuto del comune di Palombara, vuole trasformare in ristorante o albergo-ristorante, cosa che se ben fatta comporterebbe la risistemazione della viabilità, la costruzione di parcheggi e altre infrastrutture. Non è certo questo il modo di «valorizzare» un parco.

Una conferma del livello di incomprensione di quanto appena detto è data dal manifesto apparso a Palombara Sabina dopo la sentenza, a nome della lista del sindaco «Primavera Sabina». Il titolo è «Monte Gennaro: facciamo chiarezza». Il parco non è mai nominato e i progetti bocciati sono detti «recupero e valorizzazione» della montagna. Si dice che l’azione di Italia Nostra costringerà il comune a spendere altri denari per cui si dovrà attendere ancora per la riqualificazione dell’area vicina deturpata da antenne abusive, della quali Italia Nostra non si sarebbe accorta. In realtà siamo intervenuti più volte sulle antenne, ma, quanto all’abusivismo, non è forse competenza del Comune?

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Nella speranza che la situazione delle strutture non autorizzate si risolva al servizio di una seria valorizzazione del parco – dice Boldrighini – vorrei ringraziare l’avvocato Pietro Carlo Pucci e il nostro ottimo gruppo attivo di Italia Nostra di Palombara Sabina“.

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