GUIDONIA - Basta guerriglie urbane, a Villalba si marcia per la pace

Mentre la politica chiede l’intervento dell’Esercito, cattolici, ortodossi e musulmani si tendono la mano

L’idea è arrivata dalla comunità islamica e quella cattolica non ha faticato a condividerla, coinvolgendo anche i rappresentanti delle altri religioni.

Così sabato primo luglio alle ore 16 tra Tivoli Terme e Villalba di Guidonia si terrà la Marcia per la Pace, un’iniziativa di solidarietà organizzata dal Centro culturale “Al Abrar” e dal Centro sociale “Don Andrea Gallo”.

Il primo è ubicato al civico 2 di via Tazio Nuvolari, nella zona industriale del Barco, a Tivoli Terme, ed è il punto di riferimento per la comunità islamica di Tivoli e Guidonia Montecelio, dove lo scorso 21 aprile si sono radunati cittadini marocchini, egiziani, tunisini, pakistani, bengalesi, albanesi, romeni e perfino italiani per recitato la preghiera speciale per la fine del Ramadam (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Il secondo è in via dei Fauni 31, a Tivoli Terme, dal 2018 punto di riferimento per gli indigenti nella consegna dei pacchi viveri e nell’assistenza per il disbrigo delle pratiche Isee, Pensioni, Assegno Unico e Reddito di Cittadinanza attraverso il caf e il patronato.

Al momento il programma è in via di definizione.

Secondo le prime informazioni raccolte dal quotidiano on line Tiburno.Tv, la Marcia per la Pace è autorizzata per partire alle ore 16 da piazza Bartolomeo de la Queva a Tivoli Terme, snodarsi per via dei Fauni e via Cesare Augusto, proseguire nel sottopassaggio di via Lucania a Villalba, via Bari per approdare in piazza della Repubblica, tristemente nota per i recenti episodi di violenza avvenuti sabato 13 maggio e documentati da un video choc di Tiburno.Tv che ha fatto il giro del web (CLICCA E GUARDA IL VIDEO DI TIBURNO).

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In quel caso un gruppo di nordafricani – probabilmente tunisini – erano stati ripresi a lanciare bottiglie contro le vetrine del “Bar Mesopotamia” di piazza della Repubblica, gestito da un commerciante romeno (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

In realtà quello del 13 maggio rappresenta soltanto la punta dell’iceberg di una bomba ad orologeria pronta ad esplodere tra Bagni e Villalba, due quartieri densamente abitati da comunità straniere.

I primi a rendersi conto della situazione sono stati Felice Esposito e Stefano Di Benedetto.

Felice, 46enne di origini campane trapiantato a Tivoli Terme, è il Vice Presidente del Direttivo che gestisce il Centro culturale “Al Abrar” e tra i fedeli di Allah è chiamato “Said”.

Stefano è invece il fondatore del Centro sociale “Don Andrea Gallo”, a contatto diretto con le realtà più povere. Religioni diverse, stesso desiderio di pace.

La Marcia per la Pace era stata programmata a marzo, prima ancora della guerriglia urbana che ha choccato l’area tiburtina, ma a causa di problemi tecnici è stata posticipata a luglio.

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La manifestazione si annuncia ambiziosa.

Tra gli invitati dal Centro culturale “Al Abrar” figurano il professor Salameh Ashour, Presidente della Comunità Palestinese di Roma e del Lazio, Nader Akkad, Imam della Grande Moschea di Roma, e il giornalista Nizar Ramadan, Direttore editoriale di “Kmetro0”.

Il Centro sociale “Don Andrea Gallo” ha invece coinvolto Don Denis Kibangu Malonda, parroco della chiesa di Santa Maria Goretti a Villalba di Guidonia, Coordinatore Pastorale per i cattolici africani di lingua francese in Italia e Direttore Diocesano Migrantes della Diocesi di Tivoli.

Tra gli invitati, anche padre Sebastian, parroco della Chiesa ortodossa romena di San Geremia Profeta a Colle Fiorito di Guidonia.

Gli organizzatori annunciano di aver esteso gli inviti anche al sindaco di Tivoli Giuseppe Proietti e al sindaco di Guidonia Montecelio Mauro Lombardo.

Dopo la pubblicazione del video choc di Tiburno.Tv il primo cittadino della Città dell’Aria ha chiesto per piazza della Repubblica a Villalba l’attivazione di un presidio straordinario, all’interno dell’operazione “Strade Sicure” del Ministero dell’Interno, con l’impiego del personale dell’Esercito italiano in coordinamento con le Forze dell’Ordine e sotto la direzione dell’Autorità di pubblica sicurezza (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

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