TIVOLI – Sport e disabilità, il Coni premia Anna Rita Casolini

Presidentessa dell’associazione “Liberi di Fare Sport Tivoli”, responsabile di “Special Olympics”, mamma dell’attore Gabriele Di Bello

Una vita dedicata allo sport integrato, all’inclusione e alla crescita personale dei ragazzi diversamente abili.

Una foto di gruppo del Convegno organizzato dal Coni “Le donne e lo sport: le sfide e le vittorie”

Per questo venerdì 10 novembre il Coni ha premiato per la sua attività Anna Rita Casolini di Sersale, 67enne di Tivoli, da 7 anni presidentessa dell’associazione “Liberi di Fare Sport Tivoli”, responsabile regionale Area Famiglie e Responsabile Provinciale Area Tivoli, Guidonia e Val D’Aniene per “Special Olympics Italia”.

Il riconoscimento ad Anna Rita Casolini di Sersale è stato conferito nell’ambito del Convegno annuale “Le donne e lo sport: le sfide e le vittorie” tenutosi presso il Salone d’Onore del Coni al Foro Italico organizzato dalle 4 Associazioni Benemerite del Comitato olimpico nazionale italiano, “Panathlon”, “Scais”, “Unione Nazionale Veterani dello Sport” e “Special Olympics” di cui la 67enne è rappresentante.

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Nel 2022 Anna Rita Casolini di Sersale è stata insignita del titolo di Maestro del Lavoro

Mamma di Gabriele Di Bello, ragazzo down oggi star della tv e campione di nuoto (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO), Anna Rita è stata relatrice del Convegno insieme a campioni e personaggi dello sport, e ha raccontato la sua esperienza nel sostegno ai portatori di disabilità cognitiva iniziata nel 2008 in “Special Olympics” e nel 2009 con l’associazione “Liberi di Fare Sport Tivoli” della quale da 7 anni ha assunto la presidenza dopo il fondatore Pier Giacomo Agneletti.

“La nostra filosofia è cercare la persona e non il campione – spiega Anna Rita Casolini di Sersale – la gara più importante che ciascuno dei nostri ragazzi deve vincere è con sé stesso. Per questo le nostre gare di nuoto sono strutturate in modo particolare dove partecipano tutti, ragazzi normodotati e disabili cognitivi, e tutti vengono premiati.

Per noi l’atleta cresce e cresce la sua autostima quando il secondo o il terzo classificato guardano il compagno che ha vinto e pensano che erano a pochi centimetri e che la prossima volta vincono loro perché acquisiscono la consapevolezza di potercela fare”.

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