MARCELLINA – “Il mio compagno mi picchia”, assolto dopo 15 mesi ai domiciliari

Giovanni Danieli scagionato perché il fatto non sussiste: era una coppia litigiosa

L’ex lo aveva denunciato accusandolo di essere un compagno violento, capace di metterle le mani addosso anche davanti alla loro bambina neonata. Accuse pesantissime che si sono sciolte come neve al sole dopo 15 mesi di reclusione agli arresti domiciliari.

Così oggi, martedì 16 gennaio, la Corte d’Appello di Roma ha assolto perché il fatto non sussiste dai reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali Giovanni Danieli, 28enne di Marcellina, arrestato il 28 agosto 2020 a Tivoli.

I giudici di secondo grado hanno respinto il ricorso della Procura di Tivoli e confermato la sentenza emessa il 12 novembre 2021 dal Tribunale di Tivoli.

All’epoca il Collegio presieduto da Cristina Mazzuoccolo – a latere i giudici Teresa Antonella Garcea e Giovanna Riccardi – respinse la richiesta di condanna a 5 anni di reclusione avanzata dal pubblico ministero Arianna Armanini comminando all’imputato una pena di 4 mesi soltanto per porto abusivo di un coltello fuori dalla propria abitazione custodito all’interno dello zaino e disponendone al tempo stesso la sua immediata liberazione.

I guai giudiziari per Giovanni Danieli, difeso dall’avvocato Pietro Nicotera, erano iniziati nella serata del 28 agosto 2020 a Favale, borgata alla periferia di Tivoli dove il giovane fu arrestato dai carabinieri e recluso a Rebibbia.

Quella notte i militari trovarono in stato di agitazione la fidanzata e la accompagnarono al pronto soccorso di Tivoli dove fu medicata e dimessa con una prognosi di 7 giorni per trauma del volto, escoriazioni ecchimotiche del collo, escoriazioni degli arti superiori e inferiori.

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A quel punto la donna sporse denuncia e riferì di aver conosciuto Danieli a novembre 2018 e di aver iniziato una relazione culminata con la nascita di una bambina a luglio del 2020.

Sulla base dei racconti della donna, la Procura ipotizzò i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali addebitando al giovane marcellinese di aver instaurato un sistema di vita familiare abitualmente doloroso e avvilente, caratterizzato da frequenti manifestazione di ira, comportamenti di abnorme gelosia, aggressioni fisiche e morali commesse anche alla presenza della figlia minore.

Agli atti dell’indagine erano stati allegati due referti medici dell’ospedale di Tivoli.

Il primo dell’11 agosto 2019 con una prognosi di 7 giorni per trauma contusivo addominale e cranio facciale non commotivo.

Il secondo del 16 marzo 2020, durante la gravidanza, con una prognosi di 5 giorni per un lieve trauma della piramide nasale.

Oltre al terzo referto emesso dall’ospedale il 28 agosto 2020, il giorno dell’arresto di Giovanni Danieli, sulla scorta del quale il 28enne era accusato di aver colpito la compagna con calci, pugni e schiaffi.

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Dal processo è emerso che si trattava di una relazione burrascosa e che la coppia aveva vissuto tra casa dei genitori di lui a Marcellina e casa della famiglia di lei a Tivoli. Insomma, una convivenza stabile vera e propria non c’era mai stata: una tesi sostenuta per tutto il processo dall’avvocato Pietro Nicotera, difensore di Danieli.

“Esprimo grande soddisfazione e fiducia per l’attenzione riposta sul caso da parte dei giudici che hanno dimostrato volontà di approfondimento per raggiungere la verità – commenta l’avvocato Nicotera – Dalle chat prodotte è emerso che due settimane dopo la nascita della figlia lui era tornato a casa dei genitori a Marcellina, per cui non c’è mai stata una convivenza stabile.

Quanto al fatto del 28 agosto 2020 è stato accertato che tra i due c’era stata una lite, la donna urlava con la figlioletta in braccio e il mio assistito ha cercato di prendersi cura della bambina, per cui i graffi sono stati procurati involontariamente.

E’ stato inoltre accertato che anche il 16 marzo 2020 a casa dei genitori del mio assistito tra i due ci fu un’altra lite al culmine della quale lei lo colpì con un posacenere in faccia e lui la spintonò”.

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