FONTE NUOVA - Timbra e va a spasso, condannato l’ex Comandante dei vigili urbani

Carlo Rinaudo condannato a 14 mesi per truffa, assolto dall’accusa di peculato. Fu incastrato da “Le Iene”

E’ stato uno dei casi di assenteismo dal lavoro più “chiacchierato” di sempre, portato alla ribalta di milioni di italiani da “Le Iene”. Fu Filippo Roma, l’inviato del programma tv, a sorprenderlo lontano dall’ufficio mentre risultava in servizio.

E non era la prima volta.

Così mercoledì 24 gennaio il Tribunale di Tivoli ha condannato in primo grado per truffa aggravata ai danni dello Stato e violazione del Testo unico sul pubblico impiego Carlo Rinaudo, 70 anni, ex Comandante della Polizia Locale di Fonte Nuova.

Il Collegio presieduto da Sergio Umbriano – a latere i giudici Maria Grazia Patrizi e Matteo Petrolati – ha inflitto all’ex Tenente Colonnello una condanna ad un anno e 2 mesi, oltre ad una multa di 450 euro, riconoscendolo colpevole di 12 capi di imputazione su 15.

I giudici hanno tuttavia assolto Carlo Rinaudo dalle accuse di peculato contestate nei restanti tre capi di imputazione per essersi fatto accompagnare dal Comando della Polizia Locale a casa e viceversa a bordo dell’auto di servizio.

La Procura di Tivoli aveva richiesto una condanna a 4 anni di reclusione, oltre ad una multa di 1.200 euro, per tutti e 15 i capi di imputazione.

A Carlo Rinaudo, difeso dagli avvocati Pericle Calvaresi di Monterotondo e Sebastiano Briganti di Tivoli Terme, il Collegio ha concesso il beneficio della pena sospesa.

IL SERVIZIO DE LE IENE: “IL COMANDANTE DEI VIGILI FA IL FURBETTO?”

Il caso scosse l’opinione pubblica nazionale il 13 dicembre 2016 durante la puntata de “Le Iene” su Italia Uno.

Emblematico il titolo del servizio su Carlo Rinaudo: “Il Comandante dei vigili fa il furbetto?”.

La puntata si apriva con una segnalazione anonima che si disse essere arrivata in redazione. Una persona – probabilmente un attore – recitava voltato di spalle.

«Volevo segnalare – inizia il servizio – che il Comandante della Polizia locale di Fonte Nuova (nella trasmissione il nome del Comune non viene fatto, ndr) la mattina viene a lavoro, timbra, poi verso l’ora di pranzo va via, va a casa, si fa i fatti suoi e ritimbra poi la sera all’uscita.

Quindi fa risultare che è stato tutto il pomeriggio in servizio, mentre non lo è stato.

È una cosa che tutti sanno, ma nessuno fa niente».

A quel punto la Iena Filippo Roma si mise sulle tracce del Tenente Colonnello Carlo Rinaudo e lo filmò per diversi giorni, finché domenica 13 dicembre 2016 la troupe televisiva si manifestò e Filippo Roma fermò Carlo Rinaudo sulle scale della chiesa di Santa Lucia (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

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LE INDAGINI DEI CARABINIERI E L’ARRESTO

In realtà i carabinieri della Compagnia di Monterotondo avevano già pedinato e monitorato l’ex Comandante della Polizia Locale di Fonte Nuova per due mesi – tra ottobre e novembre 2016 -, acquisendo così tanto materiale da poterci girare un film.

Insomma, il servizio de “Le Iene” accelerò la richiesta di misura cautelare agli arresti domiciliari eseguita dai carabinieri il 10 gennaio 2017.

UN PROCESSO CON 15 CAPI DI IMPUTAZIONE

Così nel processo di primo grado concluso mercoledì scorso il Tribunale ha condannato Carlo Rinaudo per numerosi episodi di truffa.

L’ex Tenente Colonnello è stato ritenuto responsabile di false dichiarazioni sullo svolgimento dell’orario di lavoro attestato che in realtà era inferiore.

Come il 24 ottobre 2016, quando usufruì anche di un buono pasto del valore di 7 euro, e in epoca successiva e prossima al 31 ottobre 2016.

Ma anche il 14 novembre 2016, giorno in cui Rinaudo dichiarò di aver lavorato la bellezza di 12 ore e 15 minuti, mentre in realtà in Comune risultò presente soltanto per 5 ore e 36 minuti.

Il “giochetto” sarebbe stato ripetuto un’altra decina di volte.

Il 15 novembre 2016 Rinaudo dichiarò 4 ore e mezza in più; il 16 novembre 2016 cinque ore e 42 in più; il 17 novembre 2016 attestò 4 ore e 28 minuti in più; il 18 novembre 2016 si attribuì altre 5 ore e 10 in più; il 21 novembre 2016 “soltanto” 2 ore e 47 minuti in eccedenza rispetto a quanto lavorato effettivamente.

E ancora.

Il 22 novembre 2016 quattro ore e 57 in più; il 23 novembre tre ore e 23 minuti; il 24 novembre quattro ore e 37; il 25 novembre 3 ore e 36.

Dalle carte del processo, per come la vicenda è stata ricostruita dai magistrati, è emersa una particolare predilezione dell’ex Tenente Colonnello per lavorare nei giorni di festa.

Ad esempio l’ex Comandante avrebbe attestato un orario in realtà non prestato nelle giornate di domenica 30 ottobre 2016 e di domenica 6 novembre 2016: nel primo caso avrebbe lavorato dieci ore e 34 minuti, nel secondo nove ore e 41.

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Ma non sarebbero stati episodi isolati.

Domenica 20 novembre 2016 l’ex Comandante dichiarò di essere stato in servizio ben 10 ore e 48 minuti e domenica 27 novembre 2016 ben 10 ore e 43 minuti, mentre secondo l’accusa in Comune risultò presente appena 3 ore e mezzo.

Il 28 novembre 2016 attestò 4 ore e 36 in più; il 29 novembre 2016 ne certificò 4 ore e 58; il 30 novembre 5 ore e 35, domenica 4 dicembre 2016 tre ore e 51 minuti in più.

La Procura di Tivoli ha contestato a Rinaudo anche i 3 minuti in più che si sarebbe attribuito il primo dicembre 2016, oltre alle 3 ore e 52 minuti in più del 5 dicembre 2016, un’ora e 48 minuti il 6 dicembre 2016, ben 5 ore in più il 7 dicembre, infine 4 ore 14 minuti il 9 dicembre 2016.

E nel capo di imputazione sono finiti perfino i 18 buoni pasto ciascuno del valore di 7 euro utilizzati da Rinaudo nelle giornate di “superlavoro”, anche se – evidenziano i magistrati – il Comune di Fonte Nuova non ha subito alcun danno “perché i buoni pasto calcolati e richiesti alla Consip ancora non sono stati consegnati”.

LA FALSA ATTESTAZIONE DI PRESENZA IN SERVIZIO E LE ABITUDINI DEL COMANDANTE

Secondo l’accusa, l’ex Comandante avrebbe violato anche l’Articolo 55 quinquies del Testo unico sul pubblico impiego.

E lo avrebbe fatto tutte le volte in cui ha attestato falsamente la propria presenza in servizio mediante modalità fraudolente.

Durante i pedinamenti i carabinieri hanno infatti accertato le abitudini dell’ex ufficiale.

Carlo Rinaudo arrivava tra le 7 e le 8 e timbrava in entrata presso l’orologio marcatempo. Quindi tra le 12 e le 13 timbrava in uscita ma in realtà non lasciava la sede comunale.

E tra le 12,45 e le 14 timbrava di nuovo in entrata ma in realtà lasciava la sede del Comune per recarsi a casa.

Soltanto tra le 18 e le 20, dopo essere rimasto tutto il pomeriggio a casa, usciva e timbrava in uscita presso l’orologio marcatempo della circoscrizione comunale di via Palombarese a Santa Lucia.

Nel processo contro Carlo Rinaudo il Comune di Fonte Nuova non si è costituito in giudizio.

Le motivazioni della sentenza saranno pubblicate tra 90 giorni.

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