Pompei, indagini della Corte dei Conti. Il sindaco di Tivoli sarà sentito per fornire deduzioni

Un’inchiesta che al momento ha portato la Guardia di Finanza al sequestro conservativo di beni per un valore di sei milioni di euro nei confronti dell’ex commissario straordinario di Protezione Civile, Marcello Fiori, nominato all’epoca dei fatti per elaborare ed attuare un piano di interventi per la messa in sicurezza di Pompei e per migliorarne la fruizione da parte del pubblico.

La nomina avenne dopo i famosi crolli nell’area archeologica di Pompei, quando nel 2008 fu dichiarato lo stato d’emergenza inizialmente previsto fino al 30 giugno 2009, e poi prorogato per un altro anno.

In questo periodo di due anni di gestione affidata ad un commissario straordinario di Protezione Civile, sono state emanate una serie di ordinanze per interventi di messa in sicurezza e di salvaguardia dell’area archeologica per un totale di 79 milioni di euro.
L’indagine mira a far luce sui lavori realizzati nel 2010, decisi dal commissario Fiori, relativi alla fornitura di attrezzature per spettacolo e allestimento scenico del Teatro Grande di Pompei. Lavori che secondo l’accusa sono considerati “esorbitanti rispetto all’obiettivo di messa in sicurezza, conservazione e restauro del patrimonio del sito archeologico”.

Il ruolo di Proietti

Proietti fa parte dei nove dirigenti del Ministero dei Beni e delle attività culturali che erano stati nominati nella Commissione ministeriale di indirizzo e coordinamento con il compito di approvare il piano degli interventi negli scavi e di assicurarne la congruità rispetto all’obiettivo della messa in sicurezza e salvaguardia dell’area.

Come riportano gli atti della Procura, ci sono due riunioni di tale commissione in cui Fiori ha presentato il piano dei lavori. Nella prima, quella del 13 novembre 2009, avrebbe illustrato le proposte inerenti interventi di messa in sicurezza. Nella seconda, il 31 marzo 2010, Fiori avrebbe riportato il documento precedente con l’integrazione di una serie di attività che secondo gli inquirenti avrebbero avuto finalità “stravaganti” e quindi non consoni agli scopi dell’emergenza di Pompei. In questa riunione Proietti non figura tra i partecipanti visto che era andato in pensione e sostituito l’1 marzo 2010. Il sindaco è stato comunque invitato a fornire entro trenta giorni le sue ragioni rispetto al corpo dell’inchiesta.

Ecco gli altri invitati a fornire le proprie deduzioni
Oltre al sindaco di Tivoli ci sono Salvatore Nastasi (a capo della direzione Spettacolo del Mibac), Maria Grazia Falciatore (Autorità Audit Regione Campania), Stefano De Caro (direttore generale del Centro internazionale di studi per la conservazione e il restauro dei beni culturali), Bruno De Maria (docente dell’Università di Napoli), Roberto Cecchi (ex sottosegretario del Mibac nel governo Monti), Raffaele Tamiozzo (Avvocato dello Stato), Jeannette Papadopoulos (ex Direttore generale dell’Archeologia del Mibac) e Maria Pezzullo (avvocato).

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