Roma Est – Le occupano casa due volte, disabile costretta a trasferirsi. Protesta ad oltranza in Campidoglio

 

 

La protesta in Campidoglio
Stanca dell’inerzia della politica, oggi pomeriggio, 16 marzo, malgrado la pioggia e la sua disabilità è arrivata in Campidoglio, per dare inizio ad una protesta “silenziosa” e un presidio ad oltranza: “Lo faccio soprattutto per mio figlio – dice Palmira -, è un anno che sono in questa situazione e nessuno ha fatto nulla. Resto qui finché non verrò ascoltata”. Accanto a lei, il nipote e Alessandro Stabellini, attivista del Movimento cinque stelle del VI municipio. Nonostante l’aula Giulio Cesare, in questa giornata uggiosa, si presenti deserta, verso le 19 Palmira è stata notata da un gruppo di vigili urbani che, dopo aver ascoltato la sua storia, hanno avvisato Rossella Matarazzo, delegata alla sicurezza e membro del gabinetto del Sindaco, e Stefano Bellu, segretario all’assessorato delle Politiche Abitative. “Bellu ci ha lasciato una sua mail per avere tutti i documenti relativi al caso di Palmira – spiega Alessandro Stabellini –. Domani torneremo qui in Comune, la protesta non finirà finché non le troveranno una nuova casa”.

 

La storia di Palmira

“Sono dovuta andare via, ma non pensino che abbia smesso di lottare”. Quella di Palmira Cedrone, 56enne assegnataria di una casa popolare a Tor Bella Monaca, è una storia di privazioni ed ingiustizie. Il suo calvario è iniziato a marzo 2013 quando, dopo un periodo di allontanamento da casa, le hanno occupato l’appartamento in via Santa Rita da Cascia, 90: “Soffro di poliomielite, una malattia che mi ha paralizzato una gamba – racconta Palmira –. Per questo motivo ho passato alcuni mesi da mio nipote, che abita a 700 metri da casa mia. Avevo bisogno di aiuto, sono una madre single, devo lavorare e prendermi cura di Gabriele”. Nonostante ad aprile 2014 abbia vinto la causa, a distanza un paio di settimane l’appartamento è stato nuovamente occupato da un’altra famiglia. “Sono stata costretta ad andare fuori Roma, ma lotterò per riottenere ciò che mi spetta”.

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PortaPalmira palmira palazzo

Due occupazioni

Negli ultimi due anni la vita di Palmira Cedrone si è trasformata in un vero e proprio incubo: “Da quando ho scoperto che a marzo 2013 mi avevano cambiato la serratura di casa, è stato un continuo via vai tra carabinieri, polizia e vigili urbani. Tutto quest’iter è stato massacrante. Gli occupanti, per giustificarsi, avevano addirittura affermato che fossi stata io ad affittargli casa”. Solo dieci mesi dopo, a seguito della vittoria del processo, gli abusivi hanno lasciato l’appartamento. Ma ad una condizione. “Ho dovuto sborsare 4.800 euro per tutti i danni che mi avevano causato, tra tubi dell’acqua rotti, cavi della luce staccati. L’appartamento era distrutto”. L’odissea di Palmira, purtroppo, non finisce qui. “A causa della mancanza di luce, una sera sono caduta e sono finita al pronto soccorso, dove sono rimasta per una settimana – racconta –. Nel frattempo, il 4 maggio, mi è stata nuovamente occupata casa, da un’altra famiglia”. E così, da quel giorno, è ricominciato l’incubo: “Ho paura, mi hanno minacciata. A settembre mi sono dovuta trasferire fuori Roma, ma per fortuna il mio è un lavoro che si fa da casa, essendo disabile”.

 

Gli abusivi mettono la residenza

Ma oltre il danno, arriva anche la beffa. A quanto riportato dal documento storico-anagrafico del 5 giugno 2014, la famiglia abusiva è riuscita ad ottenere la residenza nell’appartamento di Palmira: “È incredibile, io continuo a pagare le tasse per loro”. Nonostante questa lunga serie di disavventure, Palmira ha potuto contare sull’aiuto di un amico: è Alessandro Stabellini, attivista del Movimento 5 stelle. “Continua ad occuparsi della questione, siamo sempre in contatto e lo ringrazio per il suo aiuto”.

Nel frattempo, però, il suo pensiero è sempre rivolto verso casa, in attesa che la giustizia faccia il suo corso. Prima o poi.

 

l.l.g. 

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