Qui Londra, fra le tappe scontate dell’italiano medio

A.A.A. italiano cercasi

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Primark

Siamo a Londra, dicevo. Facciamo il gioco della caccia all’italiano. Noioso, semplice, scontato. Oxford street, Primark. Vanno tutti li. Un enorme edificio, un grande magazzino dove a volte se dessero cibo gratis ci sarebbe meno gente, e con meno foga. In realtà Primark vende sogni, vende quella possibilità di uscire con tre quattro cinque borse piene di cose inutili, che ti sono costate pochissimo, di una qualità meno che scadente. Tu da Primark compri il niente, ma te lo propongono come il massimo, e credi di aver fatto una delle cose più fiche della tua vita. Hai fatto shopping da Primark. Ti fai anche la foto con la borsa di Primark. Hai fame naturalmente e vedi solo Mc donald, Burger King, Kfc. Non conosci nessun piatto tipico inglese, non sai in quali mercatini tipici di frutta, carne e verdura puoi comprare dei buoni prodotti. Tu vai dritto a mangiare un burger e patatine fritte, la versione culinaria di una qualsiasi maglietta di Primark. Hanno la stessa qualità, su per giù. La sera? Non puoi non andare all’Heaven il lunedi, è gratis.

 

Il classico itinerario dei club per turisti

Sei a Londra, la capitale della musica di un certo livello, dei concerti live, dei clubs più famosi d’Europa. No, tu vai all’Heaven il lunedi perché è gratis: l’equivalente di un locale di Riccione con il maggior numero di italiani, in vacanza, strafatti e con gli occhiali da sole. Spostandoti per la città non hai ancora capito che gli inglesi, sulle scale mobili, stanno sulla destra. E tu li fai davvero imbestialire perché occupi tutta la scala coi tuoi amici, parenti, le borse di Primark. Loro ti osservano stupefatti da anni perché ancora non lo hai capito. Il mitico autobus a due piani non è un giocatolo, un souvenir, è un mezzo di trasporto pubblico con delle regole precise: si sale dalla porta anteriore e si scende dalla porta centrale. No viceversa, no quando ti pare. Sempre. E intanto gli inglesi continuano ad osservarti sempre più stupefatti.

 

Ma Londra è altro, e non è poi così cara

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Tate Modern

Shard

Molti musei londinesi, tra i più famosi al mondo, sono gratuiti; significa che puoi andare al British Museum, al Victoria Museum ed entrare senza pagare nulla. In quest’ultimo, il venerdi a pranzo, puoi mangiare al ristorante coi tavoli in mezzo alle opere d’arte, in stile buffet, non troppo costoso. Se hai voglia di immergerti nel mondo dell’arte contemporanea puoi entrare gratis al Tate Modern e ritrovarti davanti ad un Picasso… e non ti è costato nulla. Passeggi lungo il Tamigi e passi accanto al primo teatro dove fu rappresentato Romeo e Giulietta; resti a bocca aperta ammirando il galeone del pirata Morgan (che poi non era un pirata perché veniva pagato dalla corona inglese per attaccare i galeoni spagnoli, ma questa è un’altra storia). Magari con una bella giornata di sole fai una passeggiata a Victoria Park e capisci finalmente perché usiamo l’espressione “prato all’inglese”. Proverai invidia verso quei fricchettoni che vivono sulle barche ormeggiate lungo il fiume che attraversa il parco. Sono per lo più artisti che dipingono o solo ragazzi che suonano la chitarra. Sembra di stare in un’altra epoca, in un’altra città. Esperienza fantastica.

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Borough Market

Artista Victoria Park

Insomma Londra offre la possibilità di fare un pieno di storia, cultura e relax tutto a costo zero, nonostante sia una delle città più care del mondo. Magari metti un paio di scarpe classiche, una camicia per sembrare qualcuno e prendi un drink in cima allo Shard, uno dei grattacieli più alto al mondo progettato dall’italiano Renzo piano, godendoti una vista senza paragoni. Anche qui non hai speso troppo. La domenica, invece, ti aspetta una visita al Borough Market vicino il London Bridge: un paradiso gastronomico, il mercato rionale più famoso di Londra dove provare, in una perfetta cornice vittoriana, prodotti tipici inglesi e no nelle numerosissime bancarelle.

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Perchè sto partendo?
Non serve averci vissuto per sapere tutto ciò, è sufficiente avere in testa un concetto di vacanza che sia diverso dalla massa. Siamo ormai ingabbiati in un nastro traportatore che invece di sballottare le nostre valige da un aeroporto all’altro, lo fa con noi stessi. Non siamo più passeggeri, siamo valige vuote che si spostano da un paese all’altro senza una motivazione culturale. A volte torniamo da un viaggio e ne sappiamo meno di quando siamo partiti. Non esiste più un motivo per partire, esiste solo una meta qualsiasi. Se mentre leggi questo articolo sei a Londra e domani hai un aereo e non trovi un tuo amico, tranquillo, niente panico. Sarà in coda in cassa da Primark, mangiando un burger da Mcdonald, perso sotto la metropolitana, gli hanno fatto la multa sul bus….o magari si è addormentato ubriaco nel bagno dell’Heaven e tu sei ancora troppo fatto per ricordartelo! Buon ritorno in Italia.

 

Alessandro Neri

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