Fonte Nuova – Dimesso dall’ospedale, muore. Due indagati

Raffaele Iannone era ospite del fratello a Santa Lucia da circa 3 mesi. Originario di Siano, in provincia di Salerno, era stato Sottufficiale della Guardia di Finanza ed era andato in pensione di recente.
Stando a una prima ricostruzione di quelle ore, tutto a inizio intorno alle 10 del mattino in un bar di via Palombarese dove i due fratelli stavano facendo colazione e leggendo i giornali.
All’improvviso il 56enne è stato colto da forte dolore al petto e non riusciva a respirare. Subito il fratello lo ha caricato in macchina e lo ha portato al pronto soccorso dell’ospedale Santissimo Gonfalone di Monterotondo. Qui ha iniziato il trattamento intorno alle 10.40 ed è stato dimesso alle 16.10, dopo essere stato sottoposto a diversi esami. Sostanzialmente gli vengono prescritte delle pasticche per presunta ernia iatale.
Iannone torna a casa, ma i dolori non passano. Così dopo 2-3 ore inizia un nuovo pellegrinaggio e il fratello lo accompagna all’ospedale Sant’Andrea a Roma. Qui gli viene messo un braccialetto e dopo una breva accettazione, gli viene attribuito un codice e gli viene spiegato che ci sono 29 persone davanti a lui.
Così altro tentativo e la famiglia si reca a Villa San Pietro intorno alle 20.20, ma se possibile c’è ancora più gente in attesa. Così gli Iannone rassegnati tornano a Santa Lucia, sperando che la notte porti qualche miglioramento. Prima però si fermano in farmacia sulla Cassia e comprano del Buscopan, visto quanto gli era stato detto dall’ospedale e dunque suggerito dal farmacista.
Intorno alle 21.30 l’ex finanziere assume questa pasticca, ma i dolori che non passano. Fa avanti e indietro per casa, ma non si riesce né a piegare, né a sedersi. Tuttavia prova ad andare a dormire, sperando che la notte porti qualche miglioramento.
Intorno alle 23 si sente un tondo forte. È il 56enne che si accascia per terra a fianco al letto. Il fratello e suo figlio provano una disperata respirazione bocca a bocca e un massaggio cardiaco. Chiamano il 118, ma intanto lo caricano in macchina e lo portano di nuovo a Monterotondo. Arriva praticamente morto. Sul posto, chiamati dal fratello del deceduto, arrivano anche i carabinieri di Monterotondo. Il giorno seguente Marco Iannone formalizza la denuncia, seguito dall’avvocato del Foro di Roma Ernesto Rampini.

 

L’indagine

Il pm della Procura di Tivoli Stefania Stefanìa apre un fascicolo, inizialmente contro ignoti. Mercoledì 3 giugno viene espletato l’esame autoptico al Gemelli. L’esito parla di “arresto cardiocircolatorio in soggetto con emopericardio aneurisma dissecante dell’aorta toraco-addominale”.
Sabato 6 giugno si svolgono i funerali a Siano, provincia di Salerno, città di origine della famiglia. Qualche giorno più tardi si apprende che ci sono due iscritti nel registro delle notizie di reato: un medico e un altro sanitario, con l’ipotesi di reato di omicidio colposo. Il pm ha nominato anche dei periti, un cardiologo e un anatomo-patologo per approfondire gli esiti dell’autopsia.

 

Il fratello Marco: “Mio fratello trattato come un pacco”
«Ci sono troppe domande e poche risposte su questa vicenda – commenta Marco Iannone, fratello del deceduto, residente a Santa Lucia – mio fratello è stato trattato come un pacco e questa è la sanità italiana. Vogliamo capire se a Monterotondo siano stati fatti tutti gli esami del caso. Gli ospedali se sono aperti devono funzionare e dare delle risposte. Andare a un ospedale non è come andare a un bar. Al Sant’Andrea ci hanno detto che c’era da aspettare ore e forse sarebbe arrivato in mattinata il nostro turno, così ci hanno consigliato di andare a Villa San Pietro dove c’era un attesa anche maggiore”.
La famiglia Iannone ha deciso di raccontare questa vicenda, anche dopo un episodio che è successo nei giorni successivi al decesso.
“Quando siamo tornati dal funerale abbiamo trovato nella cassetta delle lettere un articolo di Tiburno di un anno e mezzo fa, con circostanze che sembravano simili per alcuni versi – spiega ancora il fratello Marco – così abbiamo pensato che era giusto portare questa vicenda a conoscenza di tutti, in attesa che arrivino notizie dall’inchiesta giudiziaria”.

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