Aumenti A24, rischio di rincari per frutta e verdura che transitano al Car

Per raggiungere il Car dal primo gennaio le spese dei trasporti con furgoni e camion hanno subito un incremento non di poco conto. Per fare un esempio i veicoli a quattro ruote di Classe B in transito due volte al giorno – in entrata e uscita – dal casello Settecamini sull’autostrada A24 si ritrovano con l’anno nuovo costi gestionali appesantiti di 20 centesimi al giorno. Il pedaggio per i soli sette chilometri che sulla Roma-L’Aquila (16 dalla Tangenziale) vanno dalla rampa del Gra allo svincolo di Settecamini per la Rotonda di Setteville è rincarato da 1 euro a 1,10 cioè del 10%. Il sovraccosto totale supera i cinque euro al mese. Per un camioncino di un fruttivendolo significherebbe pagare un centesimo di euro ogni 63 metri.

Spese maggiori che in un modo o nell’altro i commercianti sono costretti a contrastare aumentando i prezzi dei prodotti o trovando soluzioni alternative, mettendo a rischio i livelli occupazioni delle aziende, soprattutto le più piccole.

 

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Pallottini: “Così si indebolisce il Car. Sbagliato spremere le aziende”
Massimo Pallottini 3I vertici del Car hanno chiesto alla Regione Lazio di aprire un tavolo di trattativa per rivedere le tariffe imposte da Strada dei Parchi per quanto riguarda il tratto dell’A24 che gestisce: “Aumentare i costi di trasporto delle imprese attive nel Car senza una logica seria ed una proporzionaltà razionale, ma con un balzello medievale sul passaggio di una bretella di svincolo peraltro costruita a suo tempo proprio da noi del Car – spiega il direttore generale Fabio Massimo Pallottini – non si può definire un’operazione intelligente. Le imprese, anche quelle più solide, che operano nel Car si sono insediate nel comprensorio attrezzato di 140 ettari tra la Tiburtina e l’A24 in base a precisi fattori favorevoli e a vantaggi funzionali concreti. Aumentarne i costi di trasporto inopinatamente significa indebolire il Car nelle attività di impresa che conduce in concorrenza con altri centri simili italiani e esteri. Nella gestione di servizi così importanti per il Lazio, l’Italia, Roma e l’hinterland, la concessionaria non dovrebbe procedere sentendosi padrona di una infrastruttura che è di proprietà pubblica e la cui utile e recente ristrutturazione è stata finanziata in larga parte da Regione Lazio e Provincia di Roma: azioniste del Centro Agroalimentare Roma. Credo – conclude – che la manovra tariffaria di Strada dei parchi sia da modificare in un tavolo di trattativa dove il Car ed i suoi portatori di interessi legittimi vedano riconosciuto il peso delle loro esigenze e il valore sociale del loro ruolo. Le imprese piccole, medie e grandi attive nel Car non sono agrumi da spremere. Ho chiesto alla Regione Lazio di intervenire con ragionevole fermezza e di imporre una concertazione che giovi al superiore interesse pubblico”.

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