Dal Municipio delle Torri, al Campidoglio. Massimo Rossi corre con la lista Giachetti

Dal 2006 al 2013, per due mandati consecutivi, ha ricoperto la carica di consigliere all’interno del Municipio ex VIII nel comune di Roma. Durante il primo incarico è stato membro della commissione permanente Scuola – Commercio e Personale e della commissione speciale Università di Tor Vergata. A partire dal 2008 è stato nominato anche vice presidente della commissione Urbanistica e Ambiente e componente della commissione speciale Sicurezza.

 

Perché ha scelto di candidarsi nella lista civica?
Considerato il malcontento dei cittadini nei confronti dei politici, ho scelto di aderire a questa lista di persone volenterose, con l’intento di andare a fare il consigliere comunale per passione e qualcosa di concreto per la città di Roma. Il progetto mi ha conquistato definitivamente, quando è stata presa la decisione che tutti quelli che fanno parte della lista civica dovevano consegnare oltre al curriculum, anche i carichi pendenti e il casellario giudiziario. E la lista Giachetti è stata la prima, il 27 aprile, a portare tutti i fascicoli dei candidati sul tavolo dell’Antimafia. L’obiettivo è quello di far capire ai romani che la squadra di Giachetti è composta tutta da persone “pulite”.

 

Quali sono gli obiettivi principali del candidato sindaco Giachetti?
I punti sono condivisi con riunioni fatte da tutti i candidati. Un tema importante è quello della mobilità. Durante le riunioni con Giachetti è emerso che Roma ha una fermata di autobus ogni 100-150 metri, mentre la media delle capitali europee è di 500 metri. Basterebbe dunque razionalizzare le fermate, per diminuire code e traffico.
Poi c’è la questione delle aree ecologiche. Vedo spesso vicino ai cassonetti delle lavatrici o altri rifiuti ingombranti. Una situazione assurda, che non è degna della capitale d’Italia.
Aprire le aree ecologiche nei quartieri dignifica restituire un decoro e a medio termine, riuscire ad abbassare la tassa sui rifiuti.
Poi c’è il discorso delle opere incompiute che in città sono più di cento. Nel municipio delle Torri avevamo la piscina di Calatrava che non è mai stata portata a compimento. Doveva essere un fiore all’occhiello da utilizzare per i Mondiali di Nuoto e poi lasciare alle associazioni del territorio. È diventato un monumento al degrado.
Infine altro punto forte della campagna elettorale di Giachetti è quella sulle buche. Un numero verde per segnalarle e la possibilità di controllare i lavori. Mi spiego. Se si decide di asflatare una strada, occorre fare un controllo a livello dipartimentale. Perché se dopo 20 giorni arriva Acea e interviene per sistemare una tubatura rotta, rischia di vanificare un lavoro e iniziare a mettere toppa dietro toppa. Invece così l’asfalto può durare anche tra i 7 e i 10 anni.

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Un suo impegno personale.
Innanzitutto la scuola. Ascolto, leggo e osservo quello che dicono gli altri candidati sindaco ma non ho mai sentito nessuno entrare nel merito di questi problemi. A Roma ci sono 7 mila bambini fuori dagli asili nido ed è necessario revisionare i criteri per le graduatorie.
La percezione dei cittadini è quella che i posti vadano soprattutto ai figli degli extracomunitari e non si sentono tutelati.

 

Cosa pensa degli altri candidati sindaco?
Abbiamo Marchini che si dice libero dai partiti e poi fa gli accordi con Forza Italia.
La Meloni ha come unico obiettivo dare il parcheggio alle donne incinta per tre anni, perché lei adesso è incinta. Ma tutte le mamme che hanno partorito prima non hanno mai avuto benefici. Poi vogliono chiudere le moschee, ma ai cittadini romani non interessa chiudere le moschee ma stare al sicuro.
La Raggi abbiamo scoperto che ha fatto l’amministratrice di una società che dietro aveva Alemanno nel periodo 2008-2009. Anche lei ha fatto parte di quel meccanismo politico che ha distrutto Roma e ora dice di volerla salvare. Oltre questo, non credo che abbia la capacità e la conoscenza per risolvere i problemi di Roma. Da Vespa, quando gli chiedeva Atac rispondeva Ama, quindi mi viene da pensare che non conosce i problemi delle municipalizzate.

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