TIVOLI – Il wc pubblico è il bancomat dei balordi

Installato a piazza Bartolomeo della Queva nel 2017 e costato 40 mila euro, è stato razziato due volte: danni per 600 euro. Senza contare i graffiti

Sta lì da tre anni e per due volte è stato già svaligiato degli incassi e il ripristino è costato al Comune 600 euro. E’ il bagno pubblico installato dall’Amministrazione comunale in Piazza della Queva con l’obiettivo di migliorare le condizioni igieniche e i servizi a disposizione degli utenti del parco pubblico attrezzato e della futura area mercatale di Tivoli Terme.

Un bagno che costa 50 centesimi a ingresso, soldi che nelle intenzioni del Comune avrebbero dovuto contribuire alla manutenzione del blocco servizi. Mercoledì 6 maggio, invece, Palazzo San Bernardino per installare una piastra metallica e riparare la gettoniera danneggiata a febbraio 2019 ha pagato 269 euro e 62 centesimi alla “Linea Città srl” di Cesena, la ditta che nel 2017 si era aggiudicata la fornitura del prefabbricato per un importo di 39.270 euro.

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Non si tratta del primo furto. Gli operai dell’Asa addetti alla raccolta delle monete già nel 2018 avevano scoperto un primo danneggiamento con sparizione delle monete: anche in quel caso la “Linea Città srl” sostituì la gettoniera per un importo di 319 euro e 64 centesimi.

Il bagno pubblico è meta anche di writer e graffitari. Sulla facciata capeggia la scritta in rosso “In quel sorriso c’era il senso di tutto quello che stavo cercando”, una celebre frase del 43enne scrittore, insegnante e sceneggiatore siciliano Alessandro D’Avenia. Ma c’è spazio anche per i fidanzamenti: una scritta spray gialla “Ti amo” e la data del “18 giugno 2019”.

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