Maurizio Alessandrini, titolare della ditta di Pomezia incaricata – la “Falconieri Romani” – illustra le operazioni: “La metodologia adottata ha previsto l’abbinamento del volo dei rapaci predatori con un nuovo strumento che
produce il cosiddetto ‘grido d’angoscia’: una emissione sonora amplificata, sperimentata in collaborazione con l’Università di Sassari, che simula le grida strazianti degli storni catturati e predati. Da alcuni decenni infatti questa specie di volatili tende a trascorrere le notti nelle città e nei centri urbani perché vi trova condizioni climatiche più favorevoli e maggiori condizioni di sicurezza dovute alla quasi totale assenza di predatori naturali e di cacciatori”.
“Già quattro settimane fa era stato effettuato un primo tentativo di allontanamento da parte di Fauna Urbis – sostiene l’Assessore all’ambiente Luigi Cavalli – riproducendo, attraverso altoparlanti e megafoni, il verso di storni predati con cui si fa credere agli uccelli in arrivo al dormitorio che in zona vi sia un predatore, per cui questi si sposteranno in altre aree… Purtroppo quest’anno il primo intervento di Fauna Urbis non è stato sufficiente ed è stato quindi integrato con il secondo, coordinato dalla vicesindaca Bronzino, a cura dei Falconieri”.
L’intervento è stato eseguito in collaborazione con la Protezione Civile, le Guardie Faunistiche Ambientali e la Polizia Locale per riscontrare, oltre all’allontanamento incruento degli storni, che non fosse prodotto alcun tipo di stress per gli altri animali.In base al contratto stipulato con il Comune, a partire dal 31 ottobre e fino alla fine del mese di febbraio 2021,l’attività di mantenimento proseguirà con il monitoraggio e il controllo della persistenza dell’allontanamento. Si sono concluse nelle prime ore di questa mattina le operazioni di pulizia delle aree interessate tramite uso di acqua a 90º in pressione senza additivi.