TOR LUPARA – Rimpatriata in Egitto la salma del giovane Alì, morto per le esalazioni del barbecue

Il diciassettenne lavorava nella frutteria di famiglia in via 2 giugno di fronte all'istituto Frammartino

È stata portata in Egitto la salma del giovane Alì, morto a diciassette anni a causa delle esalazioni emanate da un barbecue lasciato acceso. Il giovane fruttivendolo lavorava nell’attività di famiglia in via 2 giugno di fronte all’istituto Frammartino ed è morto quella notte insieme a un amico di 44 anni.

 

LA TRAGICA SCOPERTA LUNEDI’ 12 APRILE

La domenica Alì andava spesso a fare visita agli zii, i fratelli della madre. Spesso la famiglia chiudeva la frutteria la mattina, poi il pomeriggio andava a Tivoli e si fermava anche a dormire come è successo il giorno della tragedia. Domenica 11 aprile aveva passato il pomeriggio insieme a loro e un altro amico connazionale che vive nella stessa casa di via Quintilio Varo 32, poco distante dall’ingresso di Villa Gregoriana sulla strada che porta a Marcellina. Per cena avevano cucinato carne alla brace utilizzando un barbecue. Una bella serata, insomma, poi erano andati tutti a dormire. Gli zii si erano coricati nel salone, mentre Alì e l’altro amico nella camera da letto, portando anche il barbecue per scaldarsi visto il freddo della notte.

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Alì e l’amico non si sono più svegliati. Sono morti nel sonno a causa di una intossicazione da monossido di carbonio. A ritrovarli, proprio gli zii quando si sono svegliati. Stando a una prima indiscrezione, pare che uno zio si fosse svegliato nel cuore della notte per dare di stomaco, ma poi era tornato a dormire perché le condizioni di salute non erano gravi.

Lunedì mattina sul posto per i rilievi sono arrivati i carabinieri della Stazione di Tivoli che hanno posto sotto sequestro lo stabile. Il braciere quando sono intervenuti era ancora caldo.

 

ALI’, UN RAGAZZO SEMPRE ALLEGRO E DISPONIBILE

Il nome completo di Alì era Hussein Aly Mohamd Aly Ibrahim ed era nato a Gharbeya in Egitto il primo ottobre del 2003. Era arrivato in Italia insieme alla famiglia circa dieci anni fa e lavorava nell’attività di famiglia: la frutteria “Piramidi di frutta” che si trova in via 2 giugno a Tor Lupara. Una famiglia che si sapeva far voler bene da tutti. In questi giorni la famiglia ha riportato la salma nel Paese di origine.

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L’attività l’aveva aperta papà “Mimmo”, insieme al fratello “Rambo”. Poi quest’ultimo è tornato in Egitto e qui sono rimasti appunto i figli di Mimmo: Alì e il fratello Amedeo di 14 anni che lo aiutavano al negozio.

Il diciassettenne era molto stimato perché si sapeva far voler bene dai clienti magari regalando un po’ di odori oppure caricando personalmente le buste con la spesa nelle auto delle persone più anziane. Una volta a settimana frequentava una scuola di Roma insieme ad altri connazionali. Negli ultimi anni aveva avuto una crescita di statura impressionante, talmente veloce che a volte gli aveva provocato qualche problema fisico.

La famiglia abita in via Primo Maggio a Tor Lupara, poco distante dunque dalla frutteria.

Insieme a lui è morto anche l’amico Elaatar Mahmoud Eazat Ibrahim, mentre a dare l’allarme per quello che era successo è stato lo zio Kasim Ahmed Mohamed Ibrahim. Come molti egiziani che abitano in Italia, erano tutti impegnati nel settore ortofrutticolo.

 

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