Mottarone: tre arresti per la strage in funivia. Lento recupero del piccolo Ethan

In cella il proprietario dell'impianto, il capo operativo e il direttore tecnico. Una mancanza consapevole

Scelte scellerate

Convalidato l’arresto di Gabriele Tadini, responsabile del funzionamento dell’impianto del Mottarone. Il provvedimento riguarda anche Luigi Nerini, gestore della funivia e Enrico Perocchio, il più alto in grado della società di gestione.

I magistrati avrebbero accertato che il blocco dei freni sarebbe stato deciso consapevolmente e collegialmente al fine di garantire la riapertura dell’attività. Ma l’impianto aveva alcune anomalie che sono state totalmente ignorate: il sistema frenante scattava all’improvviso, bloccando la cabina.

Tutto si traduceva in perdita di tempo e di denaro. Da questo inconveniente, la scelta dei responsabili di eliminare il blocco dei freni.

Resta ora il dolore e la rabbia dei parenti delle vittime, impossibile perdonare, dicono.

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Nell’interrogatorio condotto dalla procura, è emersa la confessione inaudita dei responsabili della strage.

Nel frattempo procede in ospedale il recupero del piccolo Ethan, l’unico  sopravvissuto alla tragedia del Mottarone. Il bambino ha riaperto gli occhi e respirato in autonomia. La prima persona che ha visto è stata la zia Aya. Alla sorella del padre è stato permesso di superare la barriera di vetro che la separava dal nipotino per assistere al suo risveglio.

I medici non si sbilanciano mantenendo uno stretto riserbo. Nel frattempo i compagni di Ethan hanno realizzato un collage di manine colorate con i loro nomi abbinati ad ogni impronta. Tutti gli amichetti di Ethan pensano che l’abbraccio del padre abbia salvato il piccolo dall’urto mortale della funivia. 

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Un abbraccio, dicono, che continuerà a sostenre il bimbo anche dal cielo.

 

 

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