Ottimismo ottimismo, dal presidente del Consiglio Draghi al ministro dell’economia Franco alla presidente della Bce Lagarde, l’economia sembra trasudarne. Non è immune il mercato dell’auto che, dicono i dati, sta ripartendo (anche se, badate bene, i valori sono distanti da quelli pre-Covid).
A giugno le immatricolazioni mostrano una crescita del 12,6% rispetto allo stesso mese del 2020: ma il confronto con giugno 2019 segna un calo di oltre il 13%.
Da segnalare inoltre un aumento delle compravendite (23%) e del noleggio a lungo termine. Secondo i dati del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (ex trasporti), il volume globale delle vendite mensili, pari a 453.463, ha interessato per il 32,95% vetture nuove e per il 67,05% vetture usate. Nei primi sei mesi, invece, le immatricolazioni auto sono state 884.750 contro le 584.237 dei primi sei mesi del 2020: si tratta di un incremento del 51,4%. Cresce la quota di mercato di Stellantis e forte l’avanzata per le vetture elettrificate: le ibride (HEV) confermano in giugno il 27,4% di quota, in linea con il primo semestre, toccano il 4,7% di penetrazione sia le vetture elettriche che le plug-in (rispettivamente 3,4% e 4,3% in gennaio-giugno). Però all’orizzonte c’è un segnale di rallentamento non indifferente davanti a tutto questo ottimismo: la crisi dei microchip e della componentistica auto sta provocando rilevanti ritardi nella consegna degli autoveicoli.