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Il turismo ancora frenato dalla pandemia

Pochi commenti da parte degli operatori del settore del nostro territorio, letteralmente sfiancati dagli effetti del Covid

I titolari delle agenzie turistiche del nostro territorio, li abbiamo sentiti diverse volte, nei due anni di pandemia. Il loro settore è stato tra i più penalizzati dal Covid. I turisti stranieri che non sono arrivati, le restrizioni, i diversi stop and go, i periodi in cui un piccolo ritorno alla normalità era nell’aria e poi giù di nuovo nel pozzo senza fine delle disdette. Come è accaduto sotto Natale e Capodanno, periodo che si riteneva potesse ridare fiato a tutta una filiera (non ci sono solo le agenzie) che si era ripresa un po’ in estate. Tra le persone che abbiamo ascoltato c’è chi, specializzato nelle destinazioni lontane, le ha viste quasi del tutto stoppate, chi ha deciso di unirsi ad altri titolari di agenzia per ottimizzare i costi (introiti quasi zero ma spese sempre attive da pagare comunque), chi si sta dedicando a identificare itinerari locali, riscoprendo le aree attorno sempre accantonate per andare al di là del mondo, magari puntando anche a quelle industriali, tra cave e cartiere… perché no? Ma sono le difficoltà quotidiane, spicciole, a non lasciare molte speranze, come ci hanno detto: e se sbuca fuori un’altra variante? Se chiudono i confini o li chiudono i paesi scelti per una vacanza? Se se se, come al solito sono davvero troppi da considerare per stare sereni e pensare a un rilancio reale. Qualcuno lo prospetta a fine 2023. E intanto? Come si fa ad andare avanti? C’è chi mette in cassa integrazione i suoi collaboratori (ora si può ma fino a marzo), qualcun altro resiste da solo, soprattutto se è proprietario degli ambienti in cui c’è l’attività e non deve pagare l’affitto, non è certo poco, ma è dura. E il sostegno dello Stato? L’argomento non è apprezzato dai nostri interlocutori. Troppo limitate le risorse da parte dello Stato, utili per pagare una bolletta della luce, forse.

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Un bicchiere pieno a metà

Persino il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, a proposito dell’ulteriore Decreto ristori varato dal Governo (quindi anche da lui) ha dichiarato che “si poteva avere di più. Ma il meglio, talvolta, è nemico del bene. Ulteriori interventi verranno avviati con le risorse a disposizione del ministero. Insomma, un bicchiere pieno a metà”.

Il decreto ha aumentato di 100 milioni Il Fondo unico nazionale del Turismo, in aggiunta ai 120 milioni stanziati con la Legge di Bilancio e ha messo a disposizione 40 milioni per la  decontribuzione per i lavoratori stagionali. È stato previsto inoltre  un finanziamento di oltre 128 milioni come credito d’imposta da riconoscere agli operatori turistici per gli affitti di immobili e fino al 31 marzo ci sarà appunto la cassa integrazione per i lavoratori.

Gennaio è terminato e in teoria dovrebbero bastare due mesi per risollevare la situazione: ma lo scetticismo è quasi d’obbligo.

Si muove qualcosa?

Tuttavia, fa capolino un poco di ottimismo poiché qualcosa si sta muovendo (in meglio). Proprio in questi giorni infatti ha avuto il via libera il provvedimento secondo il quale chi arriva in Italia dai Paesi dell’Unione Europea dovrà esibire solo il green pass e non sarà dunque più necessario il tampone. Inoltre, è aumentato il numero dei corridori turistici, cioè quei paesi dove si può andare con viaggi turistici controllati, in cui sono garantite i protocolli di sicurezza sanitaria. Come Cuba, Singapore, Turchia, Thailandia (solo l’isola di Phuket), Oman e Polinesia francese (oltre quelle possibili dallo scorso settembre, Aruba, Maldive, Mauritius, Seychelles, Repubblica Dominicana, Sharm el-Sheikh e Marsa Alam).

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E poi, all’orizzonte ci sono i fondi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per favorire la ripartenza del settore mettendo anche in collegamento tutto il mondo del turismo, valorizzando l’offerta grazie a un hub digitale: intanto c’è un investimento di 114 milioni di euro per la creazione di un Polo del turismo digitale, accessibile attraverso una piattaforma web dedicata. Un investimento che finanzierà l’infrastruttura digitale, i modelli di intelligenza artificiale per l’analisi dei dati e i servizi digitali di base per le imprese turistiche. Tra gli obiettivi raggiunti, nel 2021, l’aggiudicazione di bandi specifici per sviluppare tale portale. Insomma il digitale entra/entrerebbe in modo massiccio nella gestione anche delle agenzie di viaggio. Ottimizzando la loro presenza sul web e sui social, l’intento è di migliorare la visibilità e creare “movimento”. Entro dicembre 2024 dovrà essere coinvolto il 4% di operatori turistici (anche hotel, tour operator e imprese) dei 500mila operatori italiani stimati (attività di prenotazione, pianificazione degli itinerari, biglietteria). Quelli del nostro territorio però, da tutte queste sicure lodevoli iniziative, se ne sentono tremendamente lontani.

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