La carriera parlamentare appare sempre più un circo svuotato dei valori sostanziali del lavoro di elaborazione collettiva indispensabile a raggiungere scelte ponderate, anche se non universalmente condivise.
La carriera che porta ad occupare uno scranno nelle massime assemblee della repubblica è vissuta dai cittadini come un obiettivo invece di un impegno partecipativo. Nell’idea di carriera ci sono sicuramente le provvidenze del deputato: quanto guadagna. E allora, come ogni anno avviene, sulla dichiarazione dei redditi si divulga quanto recepiscono i personaggi di Camera e Senato più illustri. IL Sole 24 Ore è il notiziario economico più solerte nel dare questo tipo di informazione.
Sono notizie che non sono e non possono essere velate da riservatezza. Quanto si guadagna non è soggetto a Privacy, tanto più se trattasi di un personaggio pubblico con pubbliche responsabilità.
La lista dei guadagni riferiti al 2022 manca quella dei due veri big. Il primo è Silvio, per evidenti motivi. Lasciò tutti senza parole, quando nel 2018, dichiarò quarantotto milioni. Oggi però manca ancora, perché non pervenuta, la dichiarazione di Antonio Angelucci, con 4,581 milioni nel 2022, e della senatrice Giulia Bongiorno, con quasi tre milioni nello stesso anno.
Incrementano i redditi sull’anno passato, sia Matteo Renzi che Giulio Tremonti (FdI). Il segretario di Italia Viva ha dichiarato seicento mila euro in più dell’anno scorso: tre milioni duecentodiciassette mila euro. Tremonti passa da 1,588 a 2,594 milioni (+38%).
Considerati gli standard, modesto è l’introito di Giorgia Meloni che non arriva a trecentomila euro. Ma ci arriva grazie ai proventi del suo libro venduto e di una casa. Sui redditi, invece, è indietro a tutti Matteo Salvini che se la cava con centomila euro l’anno, quindici mila in meno dell’anno precedente.
