Il culto di Berlinguer in un’esposizione a Testaccio

All’ex Mattatoio da oggi sono esposti ricordi che legano alla figura del segretario del PCI (1972 -1984

Enrico Berlinguer ormai è un’icona. Esprime l’idea della buona politica, della fermezza e della speranza che hanno conservato diverse generazioni nel periodo in cui fu segretario del Partito Comunista Italiano. Rimasto nell’immaginazione di tutti per la morte in diretta mentre stava facendo un comizio per le elezioni europee nel 1984.

Superati i cento anni dalla nascita avvenuta nel 1922 e prossimi al quarantennale della morte, l’esposizione del Mattatoio di Roma vuole dire chi era quella persona defilata e schiva nonostante fosse un esponente politico di primo piano.

Ad organizzare la mostra un personaggio molto conosciuto ai comunisti di quegli anni che erano addetti ai lavori nella macchina del partito. È Ugo Sposetti. L’ex tesoriere dei Ds e parlamentare ha raccolto oggetti, ricordi della persona in grado di renderla più vicina al quell’aura di distacco che i comunisti di quel tempo dovevano conservare.

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Si può vedere la scrivania dello studio, le lettere, i libri letti da giovane e quelli a lui dedicati, gli articoli di giornale. E poi le testimonianze sull’inizio della militanza politica iniziata a Sassari, l’estrazione culturale di provenienza dal mondo liberale.

Ricordati i momenti più celebrati della sua vita: gli imponenti funerali e la proposta del “grande compromesso storico” sulle pagine di Rinascita. E poi i rapporti, sempre civili e garbati, con gli avversari politici. Una lezione di estetica politica per i giovani che non l’hanno conosciuto. È questo l’intento dichiarato del suo organizzatore.

 

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