MONTEROTONDO – Le telecamere sui cassonetti violano la privacy, Comune multato

Il Garante sanziona l’Ente: non ha affisso i cartelli informativi

Il Comune e la Municipalizzata si sono giustificati sostenendo di averle installate per prevenire gli atti di vandalismo. Il problema è che non è mai stata fornita ai cittadini la prevista informativa e che tra i due Enti non era stato stipulato un contratto per il trattamento dei dati personali.

Una delle tre stazioni Ecologiche installate a dicembre 2020 dal Comune di Monterotondo

Per questo il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha multato il Comune di Monterotondo con una sanzione amministrativa di 3 mila euro per aver installato le telecamere sui compattatori per la raccolta differenziata dei rifiuti e aver trattato i dati in maniera non conforme al principio di “liceità, correttezza e trasparenza”.

Il provvedimento numero 100 pubblicato giovedì 22 febbraio fa seguito al reclamo presentato da un residente nel centro storico relativamente ad una delle tre Stazioni Ecologiche posizionate a dicembre 2020 dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Riccardo Varone, avvalendosi del supporto della “Apm – Azienda Pluriservizi Monterotondo”.

Tre stazioni, ciascuna delle quali “protetta” da ben 4 telecamere col dichiarato intento di prevenire e individuare atti di vandalismo o eventi rilevanti per la sicurezza degli impianti o per l’incolumità degli utenti.

Il cittadino ha lamentato al Garante della Privacy che i tre compattatori per la raccolta dei rifiuti erano sprovvisti di cartelli di segnaletica informativa generale posti prima del raggio d’azione delle telecamere.

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Il Garante ha accertato che l’amministrazione ha illecitamente trattato i dati personali dal mese di marzo 2021 al 9 giugno 2022, il periodo in cui hanno funzionato le telecamere disinstallate soltanto dopo l’esposto.

Il Comune si è giustificato sostenendo che il sistema di rilevamento di immagini oggetto di reclamo non era stato concepito come “impianto di videosorveglianza” bensì come sistema di “alert di sicurezza” a tutela delle Stazioni Ecologiche, per questo motivo non aveva ritenuto necessario apporre alcun cartello informativo.

Una valutazione errata – ha evidenziato il Garante in quanto tale sistema, indipendentemente dalla specifica finalità perseguita, comportava l’acquisizione e la registrazione di filmati ritraenti persone fisiche, attività che configurano senza dubbio un trattamento di dati personali.

Il Garante ha inoltre respinto l’ulteriore giustificazione del Comune, a parere del quale sarebbero stati sufficienti i cartelli informativi relativi al sistema di videosorveglianza comunale.

In realtà – spiega in sintesi il provvedimento numero 100 – i cartelli informativi erano collocati “a ridosso dell’area Centro Storico” anziché in prossimità delle stazioni ecologiche e facevano riferimento alla diversa finalità di sicurezza urbana, ovvero alla prevenzione dei fenomeni di criminalità diffusa e predatoria, pertanto erano inidonei ad assicurare la trasparenza del distinto e specifico trattamento.

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Ma non è finita.

Il Garante ha infatti censurato il Comune di Monterotondo anche per non aver garantito la sicurezza del trattamento dei dati. Qualsiasi malintenzionato non autorizzato avrebbe potuto – in astratto – estrarre la SD Card da ciascuna telecamera e acquisire le immagini registrate prima dell’eventuale prelievo del supporto di memoria da parte degli incaricati della “Apm” e del riversamento dei dati su sistema informatico con accesso protetto mediante nome utente e password.

Per la quantificazione della sanzione, il Garante ha riconosciuto al Comune di Monterotondo di aver collaborato e di essersi attivato per porre fine alla violazione, prima chiedendo ad “Apm” di “apporre, cautelativamente, un cartello/informativa breve sulla videosorveglianza nelle vicinanze delle tre Stazioni Ecologiche […], nonché un’informativa estesa sul Vostro sito istituzionale” e poi – il 9 giugno del 2022 – di “interrompere, cautelativamente, ogni trattamento riguardante la videosorveglianza e lo smontaggio di tutti i sistemi di ripresa ivi allocati”.

L’amministrazione comunale di Monterotondo ha la possibilità di definire la controversia versando entro il termine di 30 giorni un importo pari alla metà della sanzione di 3 mila euro.

Pagano i contribuenti.

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