TIVOLI - L’ultimo saluto ad Augusto Pennacchi è un inno alla vita

Al Santuario di San Vittorino tantissimi giovani in lacrime

“Oggi la morte è stata distrutta dalla vita”.

Augusto Pennacchi, il 18enne di Villa Adriana deceduto in seguito ad un incidente in moto

 
 

E’ il messaggio lanciato dall’altare del Santuario di Nostra Signora di Fatima a San Vittorino Romano, dove stamane – venerdì 13 giugno – sono stati celebrati i funerali di Augusto Pennacchi, il 18enne di Villa Adriana deceduto sabato 7 giugno al policlinico “Agostino Gemelli” di Roma in seguito ad uno scontro in moto  (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Un momento della messa celebrata da don Alessandro Mantini, il cappellano del policlinico Gemelli

Ad officiare la funzione è stato don Alessandro Mantini, il cappellano del policlinico Gemelli, rimasto vicino alla famiglia nei giorni dell’agonia di Augusto, sia prima che dopo l’espianto di cuore, fegato e reni donati per salvare la vita a 4 pazienti in lista d’attesa (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Centinaia di persone si sono ritrovate nel luogo di culto per stringersi attorno al papà Fabio e alla mamma Arianna, al fratello Claudio, alla sorella Ilaria e alla fidanzatina Sofia.

Tantissimi giovani in chiesa e fuori.

In prima fila i compagni di classe della quinta S del Liceo Sportivo presso il Liceo Scientifico “Lazzaro Spallanzani” di Tivoli che sul sagrato all’uscita del feretro hanno srotolato due striscioni: “Augusto vive”, “Fiore mio, fiore della mia anima”, parafrasando il brano di Andrea Laszlo De Simone.

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Presenti anche i compagni di squadra del “Basket Guidonia” in cui Augusto giocava da playmaker (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Sulla bara bianca la maglia della società di pallacanestro e una foto del 18enne con un mazzo di fiori in mano.

Durante la messa hanno portato la propria testimonianza mamma Arianna, il miglior amico e la migliore amica di Augusto, la preside del Liceo Spallanzani Maria Cristina Berardini, la fidanzatina Sofia, il cugino materno arrivato da Ostuni e il Rettore del Santuario, Padre Michele Babuin.

Toccante l’omelia di don Alessandro Mantini, docente di Teologia all’Università Cattolica di Roma, dopo la lettera di San Paolo Apostolo ai Romani e una lettura dal Vangelo secondo Giovanni.

“Ho conosciuto Augusto attraverso i racconti dei suoi amici – ha detto il sacerdote ai presenti durante la funzione – Mentre camminavo nelle vie dell’ospedale, mi sono imbattuto in un gruppo di splendidi giovani: erano attoniti, stretti e abbracciati tra loro.

Gli ho chiesto: “Come state, cosa succede”, “No, niente”, mi è stato risposto.

Ma uno di loro mi ha chiesto: “Una preghiera, Padre”.

Poi ci siamo rivisti un paio di giorni dopo nel piazzale.

Come mai siete ancora qui? Che succede?”, gli ho chiesto.

E lì si è aperto il muro”.

“Mi avete detto che c’era un vostro amico che stava male – ha proseguito il sacerdote rivolgendosi ai compagni di scuola e di squadra – Ho chiesto come si chiamasse e uno di voi: “Si chiama Augusto, come l’Imperatore”.

Che amicizia grande, paragonare un amico a un imperatore.

Al vostro amico ho chiesto di raccontarmi qualcosa di Augusto, lui inizia un po’ titubante e poi dice: “Riusciva a stare con le persone, a costruire relazioni adatte per ogni circostanza, adatte a ogni situazione: Augusto era maturo per le relazioni, un giovane di 18 anni capace di portare la pace con la sua presenza.

Anche noi come Augusto dobbiamo avere il coraggio di costruire relazioni, lui lo ha fatto e lo continuerà a fare perché la vita non finisce.

Oggi lui ci avrebbe detto: non abbiate paura”.

“Siamo fatti per Dio, per Gesù, per lo Spirito Santo: questo è il senso della nostra vita – ha concluso l’omelia don Alessandro Mantini – Il 13 giugno 2025 credevamo di essere sopraffatti dalla morte e invece abbiamo visto la vita: è cominciata senza soluzione di continuità nel momento in cui Augusto è entrato in Paradiso, in quell’istante preciso il cuore ha cominciato a battere in un’altra persona, il fegato in un’altra ancora, i reni in altre due.

In quel preciso momento la morte è stata distrutta dalla vita”.

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