Tivoli – Depuratore di Capannelle non a norma. Rischio denuncia per “disastro ambientale”

Una situazione che li ha gettati immediatamente in un sentimento di rabbia e frustrazione. Soldi che non tutti possono pagare, ma che se non tirano fuori il prima possibile, rischiano di trovarsi una denuncia per “disastro ambientale”. E la colpa sta in capo a in chi non ha provveduto negli anni a sistemare, ed adeguare, l’impianto di depurazione delle acque reflue alle nuove normative europee.

La convenzione con la quale nel 1992 la società edilizia Tivoli 90 srl ha avuto l’autorizzazione a costruire gli appartamenti parla chiaro. La Provincia di Roma concede “lo scarico delle acque reflue nel corpo idrico di Fosso Val Freghizia” a patto che ne mantenga l’integrità, la manutenzione e la messa a norma. Una gestione privata quindi.

capannelleLo Studio Rp è amministratore del complesso abitativo da quattro anni. Ed è proprio su di loro che i residenti stanno mettendo insieme le forze per intentare una causa “viste le responsabilità”. Ed è proprio questo, con tutta probabilità, che li ha spinti a presentare lo scorso 20 ottobre le loro dimissioni irrevocabili. “Ci stiamo rivolgendo a Federconsumatori per capire come affrontare la questione -, spiega Marcello Porzi, uno degli abitanti -. Oltre alla causa verso gli amministratori però, vorremmo capire se il comune può, e vuole, venirci incontro. L’imputazione per ‘disastro ambientale’ è grave e riguarda comunque una parte del territorio comunale”. Ma con le casse in rosso, e la presenza di diverse situazioni in cui la rete fognaria è assente (come Colle Nocello e il quartiere Arci, per citarne un paio), il Comune di Tivoli non ha intenzione di intervenire direttamente.

Vero è, che a gestione della rete fognaria è ormai da anni nella mani di Acea Ato 2, la quale conferma che nel piano programmatico 2014-2017, approvato dalla conferenza dei sindaci dello scorso 10 luglio, è presente l’allaccio fognario anche per la località Capannelle. Ma quanto ci vorrà per vedere poi l’opera realizzata? Parliamo di ritardi medi di circa dieci anni. Quindi una risposta non confortante per chi deve risolvere il problema il prima possibile. “Noi come Acea non possiamo prendere in carico un depuratore privato – dice Giuseppe Baisi, vice presidente di Acea Ato 2 -, ma anche quando è il comune stesso a prenderlo in gestione i tempi sono lunghi”.

marcello porzi“Durante l’amministrazione Gallotti abbiamo avuto diversi tavoli di confronto – continua Porzi -, ed era emersa la possibilità di far diventare questo depuratore comunale, in modo tale da poterlo anche allargare, ed utilizzarlo per le altre abitazioni di Capannelle che oggi sopravvivono con la fossa biologica”. Ma la giunta cade e non se ne fa più nulla. Anche se bisognerebbe capire quanto un progetto come questo fosse realmente possibile per Palazzo San Bernardino.

E per questi cittadini si apre un capitolo nuovo. Di protesta, senza dubbio: “Ci sentiamo completamente abbandonati – conclude Porzi -. I soldi ormai sono pochi, come facciamo a tirare fuori 60mila euro per scongiurare la denuncia che ci ha paventato l’Arpa?”.

 

Veronica Altimari

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