Castelverde – Operatori della 29 Giugno occupano centri d’accoglienza, a rischio lavoro e servizi

A far scattare la protesta, il commissariamento della stessa cooperativa, oltre che la chiusura dei due centri prevista per l’inizio del 2015. I manifestanti, sostenuti dall’Unione Sindacale di Base, richiedono “la continuità dei servizi, sia per i lavoratori che per l’utenza”.

 

La protesta degli operatori

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Circa 20 lavoratori e 60 utenti hanno deciso di occupare i centri d’accoglienza “Castelverde”, destinato ai senza fissa dimora, e “La casa di Elettra”, dove si offre riparo a madri con bambini, siti in via Santa Maria di Loreto 25 a Castelverde. “Ci hanno avvisato ieri con una telefonata dal Dipartimento V, a breve arriveranno le lettere di licenziamento per tutti gli operatori, anche quelli a tempo indeterminato – spiega Camilla Pertini, una delle operatrici del centro –. Non sappiamo neanche chi sia il nostro referente istituzionale e, nonostante l’occupazione, nessuno dell’attuale direzione si è fatto sentire. Né il nuovo presidente, né i commissari”. Al momento sono salvi i lavoratori della 29 giugno che si occupano della pulizia dei centri.

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L’Usb, nel frattempo, ha richiesto un incontro al sindaco Ignazio Marino, al vicesindaco Luigi Nieri e all’assessore alle Politiche sociali, Francesca Danesi, chiedendo che si vada in proroga dell’appalto in corso al fine di tutelare lavoratori e utenti. “Non ce ne andremo finché i nostri diritti non verranno rispettati”, promettono gli occupanti.

 

Gli utenti: “No al trasferimento”
Occupazione2Il 31 dicembre le strutture chiuderanno, costringendo gli utenti a trasferirsi “in altri centri, ma ancora non si sa dove”. Lo stesso dipartimento, inoltre, ha decretato che gli ospiti che non accetteranno il trasferimento, e che quindi continueranno la protesta, non verranno accolti in nessun altro centro. “Noi eravamo ormai una famiglia, ora ci hanno tolto tutto. Ci costituiremo parte civile, chiedendo sia i danni civili che morali”, afferma con le lacrime agli occhi Mario, senzatetto arrivato qui dalla Puglia. Il centro si era trasformato nella sua nuova casa da circa sei mesi. Come per Roberto Balicchi, un tempo pasticcere che per la crisi ha dovuto chiudere, perdendo tutto: “Mi sono ritrovato all’improvviso senza nulla, neanche una casa. Se vogliono la guerra, noi siamo pronti: stiamo lottando per la nostra dignità”.
“Quello che più ci preoccupa è che molti altri centri romani stanno rischiando la chiusura – affermano gli operatori -. A breve scadranno anche i loro appalti”. I manifestanti, intanto, si preparano ad affrontare un Natale tutt’altro che sereno.

l.l.g.

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