Tivoli – Stangata acqua per la chiesa. Il parroco promuove class action contro Acea

“Bolletta da 1.244 euro: costretti a fare tagli”

“E’ arrivata una bolletta da 1.244 euro per il consumo di acqua – spiega don Giovanni – ovvero il conto dei conguagli che l’Acea ci ha comunicato conteggiando un periodo che va dal 2010 ad oggi. Se poi ci mettiamo i soldi per l’Enel e la Siae non so proprio come può fare una parrocchia a mantenersi, sono spese che mettono a rischio l’attività di una chiesa. Se continuiamo così – dice provocatoriamente il parroco – con l’acqua che è diventata un bene di lusso saremo costretti a chiudere il catechismo, a non poterci più curare del verde. Ci sentiamo abbandonati e vittime di un’ingiustizia”.

 

Una class action per riunire tutte le proteste

L’idea di farsi promotore della creazione di un comitato per prendere posizione contro il caro bollette spedite da Acea è nata quando don Giovanni ha raccontato ai parrocchiani del conto da 1.244 euro di acqua: “Purtroppo ho trovato tante famiglie che si lamentavano per aver ricevuto bollette salate per i consumi di acqua relativi agli anni passati – racconta -. Era stato fatto un referendum dove si chiedeva con forza di mantenere l’acqua pubblica, invece ci troviamo in queste condizioni e nessuno dice niente, nessuno controlla e i cittadini devono pagare tasse su tasse per mantenere gli stipendi da nababbi dei manager. Sarebbe il caso di promuovere una class action per far rispettare i diritti dei cittadini e per affrontare insieme questi problemi”.

 

“Per pagare serve l’aiuto dei fedeli”
“La parrocchia vive unicamente delle offerte della gente, come può sostenere tante tasse e una bolletta per l’acqua così salata?”. Se lo chiede Giancarlo Giagnoli, 78 anni, ex dirigente di una compagnia petrolifera che oggi si occupa della gestione degli affari economici della chiesa di Paterno come vicepresidente del consiglio parrocchiale. E’ lui a sottolineare anche un altro aspetto che ha sollevato più di qualche perplessità alla lettura della bolletta di Acea: “Nel 2010 avevamo già pagato 839 euro per un consumo di 1.364 metri cubi d’acqua – spiega carte alla mano – poi negli anni successivi sono arrivate bollette sostenibili che ovviamente abbiamo sempre pagato. Oggi invece ci troviamo a pagare un conguaglio di 1.244 euro per 900 metri cubi d’acqua. I rapporti tra consumo e tariffa non collimano così come probabilmente ci sono stati errori nella misurazione dei dati, sarebbe il caso di fare verifiche. Non sappiamo come pagare – prosegue Giagnoli – non abbiamo mai avuto questi problemi, speriamo nell’aiuto dei fedeli con le offerte perché siamo in serie difficoltà. C’è anche da dire che con la crisi sono diminuite anche queste, e sono le uniche entrate per la parrocchia”.

 

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Il caso di Emiliana: “Voglio pagare, ma mi hanno staccato l’acqua lo stesso”
Tra i tanti residenti che si sono rivolti a don Giovanni portando testimonianze del caro bollette c’è anche Emiliana Mongwe, 46 anni, originaria del Congo ma residente da anni a Villa Adriana dove lavora e si è integrata frequentando anche la comunità parrocchiale. La sua situazione sfiora il paradosso: “A novembre – racconta – l’Acea mi aveva comunicato che era in debito con me di 179 euro, nella bolletta era proprio riportato il credito che avevo. Poi dopo un mese mi hanno staccato l’acqua contestandomi un pagamento di 470 euro riferito ai conguagli del passato. Sono andata per pagare chiedendo una rateizzazione vista la spesa che per me è notevole, ma non me l’hanno concessa perché l’utenza è ancora intestata al vecchio proprietario di casa. E così per tutta risposta mi hanno lasciato senz’acqua. Come faccio adesso? Pago un ragazzo che tutti i giorni va a prendere l’acqua alle fontanelle pubbliche e me la porta a casa, altrimenti non saprei come fare per lavarmi e cucinare. Vivo a Villa Adriana dal 2008 in una palazzina di cinque piani, da sola, ho sempre pagato tutto, mai avuto problemi, non capisco come si può lasciare la gente senz’acqua in casa”.

Massimo Cimò

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