La crisi colpisce anche Sant’Antonio. Tante rinunce per la festa di Monterotondo: troppo cara

Ma è possibile che anche i festeggiamenti dedicati al Santo degli animali e dei poveri – che aveva rinunciato alle grandi ricchezze di famiglia per vivere nella preghiera da eremita – risentano della crisi economica che oggi come oggi colpisce molti settori della società? Ed è possibile che una famiglia, dopo tanti anni di attesa, debba a malincuore rinunciare al Santo perché oggi risulti sempre più difficile sostenere le importanti spese economiche necessarie durante lo svolgimento della festa?

Sì, è possibile. Perché la festa è una festa popolare. E la gente vive la quotidianità, con annesse tutte le sue difficoltà. E il mondo cambia sempre più velocemente, per trasformarsi radicalmente rispetto ai tempi in cui ciascuno presentva la propria domanda per l’immagine Sacra. Per alcuni sono passati venti, venticinque o addirittura trent’anni fa. E in trent’anni cambiano le persone, cambiano le situazioni e cambia la vita che ciascuno vive.
Sarà anche per questo che, recentemente, diversi monterotondesi che fecero all’epoca domanda per il Santo alla Pia Unione – custode della tradizione – abbiano rinunciato. O meglio, non abbiano “risposto” alla raccomandata spedita dalla Pia Unione in vista dell’arrivo del Santo alla persona che si era iscritta, o che era stata iscritta dai genitori, decenni prima.

 

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I fedeli costretti a dire “no” per mancanza fondi
antonio15Stando a quanto risulta a Tiburno sono almeno otto coloro che per vari motivi non hanno risposto positivamente entro i 60 giorni previsti dal regolamento, rinunciando così di fatto a diventare il Signore della Festa chiamato a custodire, senza che venga mai lasciato solo, il Santo nella propria abitazione. Se alcune rinunce sono sempre fisiologiche, quelle di quest’anno rappresentano sicuramente una spia rossa. Si tratta di una crisi della festa? No, tutt’altro, se si considera il boom di nuove domande che si è registrato durantel’ultimo passaggio del Santo da Suadoni Lucidi a Spinosi. Oppure la grande partecipazione alla tre giorni di festeggiamenti. Eppure in molti, oggi, hanno deciso di passare la mano. Anche se a malincuore. I motivi possono essere diversi.
Dopo trent’anni, magari, è cambiato il profilo personale e famigliare della persona che deve ospitare l’Immagine sacra e che deve seguire regole stringenti. Per esempio non deve aver divorziato negli anni, deve possedere ancora una casa a Monterotondo che non sia né nelle campagne, né allo Scalo né tantomeno in un altro comune. O perché, semplicemente, ha cambiato idea.
Ma tra le motivazioni che portano alla rinuncia c’è anche quella che riguarda l’aspetto economico che pesa nella scelta di non rispondere alla lettera della Pia Unione.

 

Il listino prezzi dell’appuntamento con la tradizione
antonio15bPer sostenere i costi organizzativi ci vogliono svariate migliaia di euro. Non esiste una cifra esatta o codificata, ma stando a quanto racconta chi conosce bene i festeggiamenti o chi ha già ospitato il Santo in casa propria, servono almeno 15 mila euro per sostenere la complessa organizzazione famigliare della festa e le spese che devono essere intraprese. E’ difficile anche fare una lista delle voci di spesa da sostenere, ma ci si può provare. C’è la grande Broccolata del lunedì dopo la festa, il pranzo di ringraziamento con i Confratelli della Pia Unione che si tiene sette giorni dopo il passaggio del Santo da una casa all’altra, l’acquisto delle centinaia e centinaia di torce necessarie alla festa, le luminarie ad arco in prossimità della casa di chi accoglie Sant’Antonio, i fuochi d’artificio all’uscita della chiesa e all’uscita dell’Immagine dalla casa del Signore, i rinfreschi durante la settimana di festeggiamenti nella casa ospitante per i fedeli che vengono per il rosario, i quattro quintali di impasto di farina per le centinaia di ciambelle a zampa e altre spese difficili da contabilizzare.
Insomma un bell’impegno. Chiedere il Santo non è una questione di censo. Sant’Antonio non bada al conto in banca e non fa distinzione e ogni famiglia si organizza a modo suo e fa le proprie valutazioni legittime. Se venti, venticinque o trent’anni fa sostenere tali spese poteva non essere un problema insormontabile, oggi che tutto il mondo è cambiato cambiano di pari passo le valutazioni di ciascuno.

(ec)

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