MENTANA – Che fine ha fatto l’epigrafe? Raccolta di firme per fare chiarezza

L’apertura del Museo civico Archeologico alla Galleria Borghese, ha fatto tornare di attualità la misteriosa sparizione di quello che viene considerato il reperto più importante per la città

L’apertura del Museo civico Archeologico alla Galleria Borghese, ha fatto tornare di attualità la misteriosa sparizione di quello che viene considerato il reperto più importante per la città di Mentana. Si tratta della lapide dedicata all’Imperatore Adriano di cui si sono perse nuovamente le tracce. Nuovamente, perché già una volta era stata persa e ritrovata poi presso un’abitazione privata da parte dei carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Proprio uno di loro, oggi in pensione, Roberto Lai, ha puntato i riflettori e raccontato tutta la storia con un articolo pubblicato su un blog nei giorni scorsi.
Nei prossimi giorni partirà una raccolta di firme promossa da Fiorella Di Natale per sollecitare l’attivazione di una ricerca o quanto meno per far chiarezza sulla vicenda.


Era la fine del 1996 quando i militari recuperarono l’epigrafe ritrovata molti anni prima nell’arce di Nomentum. L’opera fu dapprima fotografata dal prof Lorenzo Quilici e successivamente pubblicata dal prof Corrado Pala. Dopo questi studi se ne perse ogni traccia. Fu il mentanese Maurizio Brunacci a far riemergere la memoria dell’importante testimonianza storica.
L’epigrafe marmorea fu rinvenuta spezzata e mutilata negli anni Sessanta durante i lavori agricoli su Montedoro, ove era ubicata l’arce dell’antica Nomentum, e quindi collegata presso Villa Dominedò da dove scomparse. Si tratta di un’epigrafe di valore inestimabile per la cittadinanza mentanese, trattandosi di una dedica della Res Pubblica Nomentanorum all’Imperatore Adriano, restauratore dei templi dell’antico municipio nei pressi della città.
La lastra è stata ritrovata danneggiata e sono andati persi quattro dei quindici frammenti originariamente rinvenuti. La tavola marmorea venne trasferita per un restauro e affidata alla dottoressa Patrizia Cocchieri dell’Istituto per il restauro dell’allora Soprintendenza Archeologica per il Lazio presso il laboratorio di Villa Adriana. Il restauro consentì agli studiosi di fare un’importante scoperta.
Il comune di Mentana festeggiò il ritrovamento con un convegno e la premiazione con la cittadinanza onoraria del personale che aveva operato il recupero. In un primo momento la lapide ritrovata fu collocata nella sala del sindaco. L’ex Soprintendenza Archeologica per il Lazio la trasferì successivamente all’Antiquarium di Monterotondo e infine per motivi di sicurezza nei depositi del Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli che dal 2014 fa parte dell’istituto autonomo Villa Adriana-Villa d’Este. L’ufficio del sindaco non su infatti ritenuto idoneo a custodire una testimonianza storica così importante, essendo privo di un adeguato sistema di sicurezza. Si optò quindi per la conservazione presso il deposito della Soprintendenza, sottraendo il bene alla comunità.
È notizia di questi giorni che la tavola marmorea è nuovamente scomparsa o giace ancora abbandonata in qualche angolo del Santuario di Ercole Vincitore.

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