La Pista d’Oro. Peterson, Senna e la Lotus

Il driver svedese, è stato un talento purissimo noto per la sua spettacolare guida

Talento infinito, determinazione, coraggio, il mitico Team Lotus e un tragico destino legano il fuoriclasse della Formula Uno Ayrton Senna all’asso svedese Ronnie Peterson, che ha corso in diverse occasioni sulla Pista d’Oro al chilometro diciannove della Tiburtina. Il pilota nordico è stato senza dubbio uno dei maggiori talenti dello sport automobilistico, capace di primeggiare anche con le automobili a ruote coperte nelle gare di durata. Ronnie Peterson è stato il re senza corona della massima categoria dell’automobilismo e la sua stella è avvolta da una seconda “figura magica”: il geniale progettista della Lotus, nero-oro, Colin Chapman. Il driver svedese è stato un talento purissimo, noto per la sua spettacolare guida su circuiti neppure lontanamente paragonabili a quelli odierni per quanto concerne la sicurezza. E’ una carambola allo star del GP di Monza ’78 a privare lo sport automobilistico dello straordinario pilota di Orebro, idolo del leggendario Gilles Villeneuve e dell’indimenticabile Michele Alboreto. Mentre il suo erede sulla mitica Lotus nero- oro, Ayrton Senna vincitore di tre titoli mondiali in F1, trova la morte a bordo di una Williams Renault nel 1994 sul circuito di Imola, dopo aver entusiasmato gli appassionati come lo sfortunato Ronnie Peterson.

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