Chi conosce la città sa bene che le vacche vi pascolano da svariati decenni, per questo più di qualcuno restò interdetto leggendo che la giunta grillina aveva approvato la proposta di trasformarla in set tv senza immaginare l’invasione di campo da parte del bestiame. Nell’ex cava di Colle Largo a Guidonia continua il braccio di ferro tra la “Groenlandia srl”, la società che co-produce con “Cattleya” e “Sky Italia” “Romulus”, la fortunata serie tv sulle origini dell’antica Roma, e le 60 mucche che vi pascolano da decenni.
L’ultimo atto è andato in scena ieri, mercoledì 21 aprile, con un atto firmato dal dirigente comunale al Patrimonio Paolo Cestra. Si tratta di una diffida nei confronti di Luigi D’Antonio, il 42enne di Montecelio proprietario delle 60 mucche, al quale vengono concessi 10 giorni di tempo per spostare il bestiame. A motivare lo sfratto c’è un esposto in cui la “Groenlandia srl” riferisce di notevoli disagi nello svolgimento dell’attività a causa della presenza incontrollata del bestiame che ha provocato, per ora, danni per circa 10 mila euro, avendo gli animali rotto alcune strutture delle capanne e mangiato la paglia stoccata nei pressi del cantiere, nonostante alcune aree siano state delimitate con recinzioni di filo elettrificato per animali.
Lo scorso 23 marzo la giunta del sindaco Michel Barbet aveva approvato la concessione temporanea dell’ex cava di Colle Largo alla “Groenlandia srl” per tre anni ad un canone complessivo di 90 mila euro.
Nella diffida il dirigente Cestra annuncia che la produzione nei prossimi giorni inizierà i lavori per sostituire gli attuali cancelli provvisori al fine di regolarizzare i varchi di accesso al cantiere ed in particolare l’accesso carrabile su via Romana con conseguente apertura continuativa del cancello. Circostanza che potrebbe comportare la fuoriuscita del bestiame sulla strada con possibili danni a cose e persone, anche di grave entità. Secondo la diffida le 60 mucche pascolerebbero senza titolo, ossia abusivamente.
Tuttavia l’amministrazione Barbet ha proposto a Luigi D’Antonio una soluzione temporanea per permettere le riprese cinematografiche: spostare il bestiame in un’area delimitata e opportunamente recintata dall’allevatore, limitrofa e comunque estranea al set, situata nella parte alta della cava e precisamente nella zona del Fungo.