Cento migranti morti. Le Ong: tutta colpa dell’Europa
Il naufragio è avvenuto al largo della Libia. Due barconi sono affondati dopo numerose chiamate di emergenza e nessuno ha recuperato i corpi. Accuse dell’Onu a Italia, Libia e Malta: “Conoscevano la posizione, ma non sono intervenuti”. Titola La Repubblica.
I naufraghi sarebbero stati inghiottiti dal mare con onde alte sei metri ma di altre 42 persone, a bordo di un’altra imbarcazione, non si sa più nulla.
Di fronte alle immagini di tragedia che abbiamo visto anche questa notte sfilare sui tg, poveri corpi gonfi acqua, è duro rassegnarsi all’idea che anche questa volta ci accontenteremo di batterci il petto e di dirci “mai più”.
Questi cadaveri pesano su un’Italia e un’Europa che si apprestano a diventare più green e più sostenibili con una pioggia di miliardi. E, soprattutto, le recenti parole di ringraziamento alla guardia costiera libica rivolte da Mario Draghi, risuonano lugubri e inappropriate.
Sassoli, presidente del Parlamento europeo: “Se non siete capaci, date i poteri all’Ue”. Un marinaio da noi interpellato, ci ha detto di aver navigato tra una distesa di cadaveri, con decine di corpi che affioravano dall’acqua.
Eppure l’articolo 3 della Costituzione garantisce ad ogni individuo il diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona mentre l’articolo 14 conferisce il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni. Questo sulla carta!