Locusta, l’infallibile killer di Roma

La temutissima donna  famosa per i suoi filtri mortali era originaria della Gallia, dove aveva raffinato la tecnica e la conoscenza per uccidere

La storia di Locusta sembra essere uscita dalla mente di un brillante sceneggiatore, invece, le azioni criminali del killer più temuto della Roma antica appartengono al mondo reale. La temutissima donna  famosa per i suoi filtri mortali era originaria della Gallia, dove aveva raffinato la tecnica e la conoscenza per uccidere. A parlare di lei e del suo percorso criminale sono anche Svetonio e Tacito. Così sappiamo che Agrippina, seconda moglie dell’Imperatore Claudio, le avrebbe commissionato l’omicidio del marito per favorire l’ascesa al trono del figlio Nerone. Fu proprio Locusta, infatti, ad avvelenare il fungo, pare uno splendido esemplare di boleto, che costò la vita all’imperatore durante un abbondante banchetto. L’inarrestabile carriera da sicario di Locusta proseguì sotto il principato di Nerone che, in cambio della sua protezione, le chiese di eliminare il pericoloso Britannico, figlio di Claudio. In questo caso, tramandano le fonti, Locusta fallì al primo tentativo: il veleno provocò in Britannico una semplice dissenteria. A detta di Svetonio, Locusta si giustificò dicendo che aveva adoperato una dose leggera al fine di mascherare il delitto. Il secondo veleno, molto più potente, venne sperimentato su degli animali per provare l’infallibilità e questa volta, durante il banchetto, fu fatale per Britannico. Grazie a Svetonio sappiamo che Nerone, in fuga, avrebbe preso il veleno per suicidarsi da Locusta, la quale gli sopravvisse pochi mesi, perché fu giustiziata dall’imperatore Galba. Una delle prime citazioni di Locusta nella letteratura è nelle Satire di Giovenale e Alexandre Dumas, ne Il conte di Montecristo, cita Locusta come “uno di quegli orribili e misteriosi fenomeni che ciascun secolo produce”.

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