Timori per la variante indiana

La mutazione del virus apre un nuovo scenario pandemico

Primi casi di infezione tra i vaccinati

Nel Regno Unito la “bestia” delta, ex variante indiana, ha soppiantato quella inglese con una percentuale di casi pari al 96%. Il dato preoccupante però riguarda i contagi fra le persone già vaccinate. Pochi per il momento, ma l’indice tende a salire.

Una forte concentrazione si è avuta nella fascia di età fra i 10 e i 29 anni. Meno del 5% riguarda invece gli over 60.

È confortante però uno studio britannico sulla protezione dei vaccini rispetto alla diffusione della pandemia indiana. I medici hanno calcolato un’efficacia dell’80% dopo la prima dose e del 95% dopo la seconda.

Non a caso tra i vaccinati, la modifica delta ha colpito solo l’1% anche se la sua capacità di trasmissione è maggiore del 64% rispetto alla variante alfa (ex inglese).

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In Italia la situazione contagio del virus indiano appare sotto controllo. Pochi i casi e tutti importati. Per questo motivo il premier Draghi ha detto che se i contagi dovessero risalire, sarebbe opportuno  reinserire la quarantena per i i viaggiatori provenienti dall’Inghilterra e  limitare il numero dei voli.

Il capo del governo ha però aggiunto che al momento il rischio in Italia è minimo e sotto il controllo dei sanitari.

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