Fiano Romano e l’acqua dura

Fra gli 883 comuni al 76° c’è il comune laziale.  

Rovina caldaie, scaldabagni, lavatrici, lavastoviglie e ferri da stiro, ma pure rubinetterie e lavabi. Per non parlare dell’incidenza sui consumi energetici, sull’utilizzo di detergenti e detersivi e l’impatto su pelle e capelli. Il calcare, è un problema molto diffuso sul territorio italiano con eccessi in ben 883 i Comuni nell’acqua ad uso domestico. A tracciare il quadro è una nota azienda nel settore del trattamento dell’acqua, che ha fatto stilare a Nomisma una particolare classifica. Tra le grandi città, che si trovano ‘in casa’ a dover fare i conti con la problematica dell’acqua molto dura, spiccano Roma e Bologna. Leggermente migliore la situazione a Milano, Torino, Bari e Firenze che presentano un’acqua ‘discretamente dura’. Ma cosa significa ‘acqua dura’? La durezza indica la presenza di calcare e si misura in gradi francesi: la normativa definisce un intervallo che va dai 15 ai 50°F, sopra i 15° F un’acqua viene definita dura. Sul podio della classifica degli 883 comuni in cui l’acqua è molto dura, svettano San Gimignano (SI) con 76°, Fiano Romano con 65,97° e Nola (NA) con 60°. Chiunque può verificare i parametri del proprio comune attraverso il primo aggregatore nazionale di analisi dell’acqua potabile in Italia disponibile sul sito di Culligan.

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Fonte estratto ADNKRONOS

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