Nel Lazio si punta alla sinergia pubblico-privato

Ecco gli scenari post Covid al convegno Aiop e Gruppo INI

Dopo il Covid e con i finanziamenti inseriti nel PNRR, quale modello di sanità nascerà per i cittadini?

Questo il tema dibattuto venerdì sera al Chiostro del Bramante durante la tavola rotonda “La nuova sanità dopo il PNRR” organizzato da AIOP Lazio nel corso della quale, moderati dal giornalista Gerardo D’Amico, si sono confrontati l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato, la Dr.ssa Jessica Veronica Faroni, Presidente AIOP Lazio, il Prof. Federico Spandonaro dell’Università di Tor Vergata e il Prof. Francesco Vaia, Direttore IRCCS Spallanzani.

 

Il dibattito è stato introdotto dal Dott. Mauro Casanatta, Direttore Generale AIOP Lazio, che ha ricordato come in questi mesi “abbiamo trascorso e vissuto un tempo molto difficile, caratterizzato però da una disponibilità e collaborazione con la Regione mai avuto negli ultimi anni.  In poco tempo siamo riusciti ad organizzare e allestire un numero elevato di posti letto, 1300, per prestazioni covid, per tutte le tipologie assistenziali. ” Jessica Veronica Faroni, Presidente AIOP Lazio ha parlato di Digitalizzazione, telemedicina, assistenza domiciliare, Case di comunità: sono circa 15 miliardi sono i fondi destinati alla sanità nel PNRR. e come verranno utilizzati questi finanziamenti Iin tema di digitalizzazione e telemedicina la Presidente AIOP ha presentato i risultati di uno studio finanziato dal Gruppo INI su pazienti testati all’INI Città Bianca di Veroli. “Abbiamo sottoposto a monitoraggio da remoto grazie ai dispositivi di telemedicina per un mese intero, dal 10 agosto al 10 settembre, 10 pazienti ricoverati e 10 pazienti a domicilio, rilevando quotidianamente 3 volte al giorno parametri fondamentali come pressione, temperatura, ossigenazione e frequenza cardiaca. Sono stati rilevati complessivamente più di 8000 dati sanitari. Che costo avrebbe lo stesso servizio nelle modalità tradizionali, se consideriamo anche tempi e costi degli spostamenti per medici e pazienti? Lo studio che abbiamo condotto conferma che abbiamo risparmiato risorse e, con molta probabilità, abbiamo evitato accessi non idonei al pronto soccorso”. I dati presentati dimostrano inoltre come la nuova tecnologia sia considerata positivamente dai pazienti coinvolti nello studio, e come anche i più scettici, ad esempio i pazienti più anziani, abbiamo cambiato la propria percezione dopo l’utilizzo effettivo dei device.

In relazione al PNRR D’Amato ha fatto il punto sulle problematiche che dovremo affrontare nei prossimi anni. “Avremo un aumento del 40% degli over 80, che significa affrontare il tema delle cronicità e delle patologie neurodegenerative, e bassi tassi di fertilità, quindi sempre più anziani e meno nascite”. Le vere sfide, secondo D’Amato saranno cronicità, PDTA, telemedicina e la formazione di nuove figure professionali.

Il grande problema del territorio secondo Spandonaro – “non è avere qualche struttura in più o in meno, ma non avere un modello chiaro da applicare, in particolare per la presa in carico dei pazienti”. Bisogna pensare a “un modo nuovo di fare territorio basato sull’integrazione, che oggi per natura è digitale. E in questo c’è anche la visione del rapporto/pubblico privato.

“Questa pandemia ci ha cambiato e in questa pandemia si è concretizzata l’integrazione tra pubblico e privato” ha esordito Vaia, che ha citato le USCAR come esempi virtuosi di sanità territoriale, nate dall’emergenza e definite “un esercito sul territorio”. Il passo ulteriore è immaginare un “medico della territorialità

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