Salvatore Buzzi, ex re delle Coop condannato nell’inchiesta Mondo di Mezzo, venerdì 24 settembre, in occasione della presentazione nel centro anziani di Palombara del libro “Se questa è mafia”, si è lasciato intervistare da Tiburno. “Mai più in contatto contatto con la pubblica amministrazione”, ha promesso
Chi è contro di lei?
Gli impiegati dello Stato. Se oggi dovesse finire il processo fra tutti gli imputati quello a finire in carcere sarei solo io. Combatto a viso aperto.
Perché in questa vicenda si parla di mafia?
I processi per mafia hanno una corsia preferenziale. Sono consentite intercettazioni ambientali e quelle telefoniche. Quelle devastanti sono le ambientali.
Scusi, lei non ha detto “gli immigrati rendono più della droga?
Stavo in macchina con una persone e alcune volte non stai attento a quello che dici. Comunque, non è questa la frase. Non ho un reato connesso all’immigrazione e quelle parole sono servite per creare il mostro.
Come nasce l’idea del libro?
L’intento è quello di stabilire una corretta informazione su una nota vicenda, che è stata squilibrata. I fatti da me narrati sono la vera storia del processo. Ho la forza d’animo per combattere questa battaglia che non è ancora finita.
Cosa vuole dimostrare?
Voglio ripristinare una verità e andare incontro alla pena che purtroppo avrò.
Il futuro di Salvatore Buzzi?
Aprirò un pub e mi cimenterò in attività che non sono a stretto contatto con la pubblica amministrazione.