Europa attaccata al gas di Putin

In questo grave momento di crisi energetica il premier russo muove il massimo del suo ascendente per ridimensionare la solidarietà verso l’Ucraina

Si spera sempre al meglio ma ci si prepara al peggio. I marines rafforzano le misure di difesa nell’ambasciata a Kiev, gli Stati Uniti rafforzano la loro influenza nella regione, senza recedere. Se avesse luogo la temuta invasione russa in Ucraina si interromperebbero le forniture all’Europa. Gli Stati Uniti entrano sempre come attori non secondari. Ora sono in trattativa col Qatar perché supplisca al deficit di energia determinato dalla crisi ucraina. Se i russi veramente decidessero per invadere sarebbero guai seri. Quindi si ricorre ai ripari. E ci pensa lo zio Sam. Ma questo non piace ai pacifisti inglesi che sono gli unici a porsi in questa crisi in modo originale accusando Stati Uniti e Inghilterra di ingerenza nelle questioni ucraine tanto da obbligare Putin a mostrare i muscoli e magari poi impiegarli.

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D’altro canto non c’era bisogno di questa crisi per dimostrare lo stato di dipendenza dell’Europa sotto il profilo energetica. E stavolta neanche i tedeschi sono messi bene essendo fortemente dipendenti dal gas russo. Entro il 2022 in Germania si chiudono tre centrali nucleari. Il 2038 sarà la volta del carbone.

Le scelte ecologiche – giuste, di merito, evolutive … – hanno messo i tedeschi nella condizione per loro più insopportabile, quella di dipendere da un altro paese per le questioni di sostanza. Se la Russia usasse il carbone come clava anche nei confronti dei tedeschi sarebbe un nemico in più ai confini ucraini. Ma anche gli altri paesi europei al quaranta per cento dipendono dalla Russia per le forniture di energia. Il gasdotti passano attraverso l’Ucraina ed è per questo che l’Europa non può far a meno di Lei.

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Ma una soluzione c’è. In Russia non fanno misteri di poter creare un collegamento con la Germania attraverso un percorso tutto a nord. La Germania uscirebbe da questo tavolo di crisi e avrebbe le carte in mano per rivendere al resto d’Europa. Ma non cambierebbe lo stato di dipendenza dalla Russia.

Ed è per questo che l’Europa dovrebbe dimostrare di esistere ponendosi come interlocutore. Ma senza armi e un’economia propria la forza di dissuasione rischia di spegnersi molto presto.

Ed è per questo che la crisi è seria ed ancor più tragico che non se ne parli abbastanza.

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