22 novembre 1963, nasce il mito dei Kennedy

L’omicidio a Dallas riportò al Medioevo l’immagine della democrazia occidentale

JFK era un presidente scomodo. Soprattutto a sé stesso. In quei primi anni Sessanta si presentò come uomo nuovo che rappresentava la speranza. Fu il presidente della “nuova frontiera”: senza regalare niente alla Russia comunista, si fede portavoce di un programma di pacificazione. Ma la sua azione tese a inasprire i rapporti. E’ vero che evitò la guerra con l’impero sovietico convincendo i militari russi di Nikita Krusciov a riportare i loro missili da dove erano stati mandati. Ma iniziò anche a spedire i militari in Vietnam. E in verità, col senno di poi, guardando alle reazioni di quella rivoluzione alla Baia dei Porci, appare a tutti gli storici poco credibile la versione di un Fidel Castro desideroso di mettersi sotto protezione di un impero il cui centro di potere è a tanta distanza. Tanto più ai russi poteva apparire poco raccomandabile un tipo come Castro.

C’era una questione berlinese, essendo la città divisa. Da una parte controllata dai russi e l’altra dagli americani. Ebbene, la così detta distensione ebbe come esito il fatto che fu eretto un moro dalla Russia. Come mediazione andò maluccio. Specialmente per i tedeschi.

A Kennedy è ascritto il merito di aver investito sulla risposta degli Stati Uniti a quelli che a tutti appariva un successo ineguagliabile: l’impresa del russo Yuri Gagarin nella prima impresa spaziale attorno alla Terra. Era chiaro che lì si giocava una gara di immagine tra i due imperi. Ma soprattutto il controllo di potenziali postazioni militari.

Kennedy si spese per democratizzare gli Stati Uniti nel tentativo di attenuare la discriminazione razziale operata come normalità. Kennedy lanciò l’ideale democratico della partecipazione attiva alla salute della cosa pubblica. Il famoso: “non chiederti cosa il tuo paese può fare per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese”. Ma lo spirito socialista che poco piaceva agli americani vestì invece dei panni assai più liberali quando dette nome a quello che fu chiamato il Kennedy Round. Nel 1962 furono orchestrate, a livello internazionale, le cosiddette misure anti-dumping: modalità per controllare i prezzi a ribasso che alcuni paesi emettevano e sulla stessa linea ridurre i dazi. Un cambiamento di mentalità ma anche un modo per far circolare merci e denaro in tutto il mondo. In particolare, chiaramente, quelle degli Stati Uniti. Parteciparono sessantadue paesi. Prima erano ventisei.

Il sogno si spezzò in quel 22 novembre del 1963. Sull’omicidio di Dallas effettuato in un momento di massima visibilità, davanti alla gente che seguiva il percorso dell’auto presidenziale, con corteo di scorta e moglie in macchina. Un omicidio i cui esatti mandanti non sono mai stati chiariti. Chiaramente JFK dava fastidio a un potere economico ancora troppo protezionista. Ma l’effetto della sua messa a morte ha fatto balzare di due secoli la lancetta della Storia, quando a un sovrano caduto in disgrazia poteva capitare di perdere letteralmente la testa. La morte di Kennedy ha insegnato che quelle lancette della Storia, al di là di tanti proclami, non sono andate avanti.

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